Pesaro, Capitale italiana della Cultura 2024

Natura, cultura e tecnologia

Tra  le dieci città finaliste Ascoli Piceno, Chioggia (VE), Grosseto, Mesagne (BR), Pesaro, Sestri Levante con il Trigullio, Siracusa, Unione dei Comuni Paestum – Alto Cilento (SA), Viareggio e Vicenza  il ministro Dario Franceschini ha annunciato la città di Pesaro come Capitale italiana della Cultura 2024. Queste le motivazioni della vittoria proclamata all’unanimità dalla commissione del Mic presieduta da Silvia Calandrelli:

Pesaro offre al Paese un’eccellente candidatura basata su un progetto culturale che, valorizzando un territorio già straordinariamente ricco di testimonianze storiche e preziosità paesaggistiche ambientali, propone azioni concrete attraverso le quali favorire anche l’integrazione, innovazione, sviluppo socio economico. La proposta conferisce il giusto equilibrio tra natura, cultura e tecnologia: tre elementi che si fondono in un contesto di azione condivisa tra pubblico e privato. L’enfasi data al valore della cittadinanza, come pratica attraverso concreti esercizi, afferma una direzione che può generare contributi per altre esperienze future. Lo sforzo di coinvolgimento delle giovani generazioni in un programma impegnativo appare particolarmente interessante alla luce delle sfide che le incertezze dei tempi propone. La valorizzazione del rapporto tra città e territorio, con un programma esteso in modo articolato a tutti i Comuni della provincia, rende corale il riconoscimento della Capitale della Cultura. 

IL DOSSIER – LA NATURA DELLA CULTURA
Il dossier di candidatura è incentrato su “La natura della Cultura” con 5 sezioni che declinano il rapporto tra arte, cultura e tecnologia. Nella prima, La natura mobile della cultura, la Bicipolitana sarà il luogo in cui disseminare installazioni sonore mobili, le strutture ricettive diventeranno hotel labyrint con stanze trasformate in luoghi per residenze artistiche; ci sarà anche “Danzando memorie sul mare”, che riporterà alla luce archivi sonori di tradizioni perdute. Con la seconda La natura ubiqua della cultura Pesaro mira a ribaltare il rapporto tra centro e periferia attraverso: l’Atlante delle emozioni destinato ai cittadini; un progetto che accenderà i riflettori sulle architetture moderne divenute invisibili allo sguardo e le “valigie digitali”, che darà attenzione alle Sim card dei migranti, unica valigia del loro viaggio. La natura imprevedibile della cultura, recupererà oggetti per riscrivere un nuovo domani: la colonia di Villa Marina è ripensata come centro culturale; “Sculture in città reloaded” permetterà ai 13 tra quartieri e municipio di ospitare altrettante residenze artistiche; i “Magazzini Rossini” apriranno alla città le scenografie del Rof permettendo alle associazioni di dare nuova vita agli oggetti delle opere. La quarta sezione, La natura operosa della cultura, si rivolge al passaggio di competenze: il “Blu, colore della cuccagna” usato per dipingere i capolavori rinascimentali viene riportato in vita e “Oceano Adriatico”, diventato ormai un vero brand cittadino, spinge a riflettere su nuova politica del rumore. E infine La natura vivente della cultura, che impone un nuovo patto con l’ambiente: un bosco risonante, composto da 33 alberi monumentali, racconterà una storia millenaria.