Mauro Visentin. Emanuele Severino e il cristianesimo  

Le controversie tra gli interpreti del suo pensiero 

Nel video Mauro Visentin, intervistato nell’aprile del 2021, parla del rapporto tra la filosofia di Emanuele Severino (Brescia, 1929 – 2020) e il cristianesimo. 
Si tratta di una questione che ha dato luogo a molte controversie tra gli interpreti, alcuni dei quali hanno cercato di recuperare le origini della filosofia di Severino in quella che è la sua matrice culturale di partenza, rappresentata dal cristianesimo e dalla filosofia neoscolastica di Gustavo Bontadini (Milano, 1903 –  1990), con una teologia basata sulla distinzione tra un essere immutabile e un essere mutevole, dove però il primo e fondamento del secondo.

La negazione da parte di Severino di questa distinzione non consente nessun compromesso tra il pensiero maturo di Severino e le sue origini culturali cattoliche. 

Severino venne espulso dalla Università Cattolica proprio per le tesi espresse in Ritornare a Parmenide, ritenute incompatibili con i dogmi del  cristianesimo, in quanto escludevano ogni forma di creazionismo e anche la possibilità di interpretare l’essere, inteso come totalità degli enti, in termini di entità suprema. 

Visentin ritiene ragionevole, anche se Severino non l’ha mai accettata, l’analogia che alcuni studiosi, tra i quali Giorgio Brianese (Mestre, 1958 -2021), hanno proposto tra il suo pensiero e la filosofia di Spinoza, perché

in Spinoza tutti gli enti sono già da sempre presenti e contenuti nell’intelletto divino, che non è un intelletto che pensa secondo le modalità proprie del pensiero umano, ma che pensa esclusivamente sé stesso eternamente ed in modo statico. 

Da una parte, Severino è giunto a considerare il cristianesimo come una delle forme supreme di alienazione dell’occidente, ma dall’altra è anche vero che la sua formazione culturale ne ha influenzato il modo di esprimersi, perché nelle opere della maturità, si pensi in particolare a La Gloria, tornano molti termini del lessico cristiano, un lessico con cui Severino, secondo Visentin, ha in qualche modo un po’ “civettato”, dando l’impressione di essere lusingato dall’interesse che molti studiosi di estrazione cattolica gli hanno sempre riservato. 

Mauro Visentin si è laureato in Filosofia alla Sapienza nel 1976 con Lucio Colletti. È attualmente professore ordinario di Filosofia teoretica all’Università degli Studi di Sassari. Nel corso della sua carriera ha trascorso periodi di studio in Germania, è intervenuto, come relatore ufficiale a convegni su temi legati ai suoi interessi scientifici, ha tenuto e tiene occasionalmente lezioni e seminari presso istituzioni accademiche e culturali di rilievo nazionale (tra queste la Normale di Pisa e l'Istituto Italiano per gli Studi Storici). Fa parte dei comitati direttivi di due riviste: «La Cultura» e il «Giornale critico della filosofia italiana», come pure del comitato scientifico dell'Edizione Nazionale delle Opere di Benedetto Croce. La sua attività di ricerca è documentata da numerose pubblicazioni, a cominciare dalla monografia Il significato della negazione in Kant (Napoli-Bologna 1992), seguita dai due volumi dedicati al Neoparmenidismo italiano (Napoli 2005/2011) e dalla raccolta di saggi Onto-Logica (Napoli 2015). In mezzo, molti contributi pubblicati su periodici di area filosofica, che spaziano da Aristotele a Heidegger, da Croce e Gentile a Scaravelli, da Labriola a Guido Calogero.