Luigi Cavallaro. Che cos'è il sovranismo

Una duplice interpretazione

 Nel video Luigi Cavallaro, autore del saggio Una sentenza memorabile, pubblicato nel 2020 da Cacucci Editore, prova a spiegare il significato del termine sovranismo.

Ho parlato di sovranismo per definire l’accusa rivolta alla sentenza del Tribunale costituzionale federale tedesco di cui tratto nel mio saggio Una sentenza memorabile, perché quella sentenza ribadisce che l’Unione europea trova il suo fondamento nella decisione degli Stati di conferirle una serie di attribuzioni quantitativamente limitate: e un potere limitato pone il problema di stabilire chi debba decidere se un atto compiuto da un organo comunitario abbia ecceduto dall’ambito delle competenze assegnate.

Ma porre questo problema equivale nel contesto attuale a passare per sostenitore del sovranismo, che, invece, nella misura in cui allude alla sovranità popolare, ex articolo 1 della Costituzione, non dovrebbe essere guardato come uno spauracchio. Il sovranismo in un’accezione positiva potrebbe essere nient’altro che la rivendicazione da parte dei popoli di tornare ad esercitare quei poteri che sempre più avvertono esercitati altrove. 

La fiducia nella possibilità che i pubblici poteri governino i processi economici è venuta totalmente meno nella popolazione ed è stata screditata da tutta la letteratura economica, che si è stratificata a partire dall’affermazione negli anni Settanta del monetarismo di Milton Friedman, perché si è ritenuto che rispetto all’azione del libero mercato i pubblici poteri potessero solo fare danni. E questo in nome di una malintesa idea di libertà, che è piuttosto una sorta di anarchia, che già Marx vedeva all’opera nel concreto funzionamento del mercato capitalistico, sostenendo che il mercato capitalistico era l’unica forma economica compatibile con l’anarchia politica.

Il mercato capitalistico, infatti, non ha bisogno di politica, ma solo, secondo la celebre risposta che il mercante Legendre diede al marchese Colbert: "nous laissez-faire" ossia "lasciateci fare".   
Questa libertà riguarda gli imprenditori, ma esistono altri soggetti che a questo lasciar fare devono essere inevitabilmente sottoposti, ossia i lavoratori, che ne hanno pesantemente subito le conseguenze.  

Negli ultimi trent’anni le politiche del lavoro e della legislazione del lavoro in Italia sono radicalmente cambiate, attraverso una sistematica distruzione dei diritti che il lavoro dipendente aveva conquistato negli anni precedenti, a partire dalla Costituzione del 1948. 

Ci sono due concezioni antitetiche del sovranismo: una dice che la sovranità è quella del consumatore, ossia del mercato, un’altra è quella che dice che la sovranità dev'essere demandata all’azione dei pubblici poteri. Sovranità, che, però, in tanto ha un senso in quanto incide sui processi economici, cosa quest’ultima sulla quale difficilmente si può credere che quelli che da noi si definiscono sovranisti abbiano una qualche idea.  


Luigi Cavallaro (1966) è in magistratura dal 1992 e, dopo aver svolto per oltre vent'anni le funzioni di giudice del lavoro a Palermo, dal 2015 è consigliere della Sezione Lavoro della Corte di cassazione. È autore di numerosi articoli e saggi di argomento giuridico, storico, economico e filosofico pubblicati in riviste e in volume e ha curato la pubblicazione di testi di S. Satta, D. Hume, K. Marx, J. M. Keynes, R. Hilferding e A. Kollontaj.