Laura Boella. La persona e il sacro

Riflessioni sul testo di Simone Weil

Nel video Laura Boella, intervistata in occasione del Festival della Filosofia di Modena - Persona, parla della lezione magistrale, che ha tenuto a Sassuolo il 13 settembre 2019, dal titolo La persona e il sacro di Simone Weil.

Questo saggio, che precede di pochi mesi la morte di Simone Weil, va in netta controtendenza nei confronti del pensiero della filosofia della persona che, tra le due guerre, ha inciso moltissimo sulle nostre Costituzioni e che, attraverso il concetto di unità dell’essere umano, avrebbe dovuto essere il ponte per instaurare un nuovo tipo di comunità e di etica e di politica. 

Simone Weil si pone il problema del valore dell’umano, ritenendo che ciò che è sacro in noi umani non è la persona ma l’impersonale. 

C’è una sacralità dell’essere umano, ma l’idea di persona è impotente per difenderla. L’unica vera difesa dell’essere umano è la difesa dell’impersonale: ogni essere umano ha al fondo del suo cuore un’implorazione a non subire il male, che non è l’implorazione della vittima, ma è un’esperienza radicale di contatto con l’impersonale, nella quale, attraverso il dolore e l’emarginazione, ogni essere umano entra in contatto con l’ingiustizia. 

Ciò che è sacro nell’umano è la possibilità di contatto dell’individuo con l’impersonale, è l’implorazione di aprirsi a qualcosa che appartiene ad un altro piano, come la verità, la giustizia, la bellezza, la perfezione. 

Weil rimette in gioco le nozioni di sofferenza, di emarginazione, di solidarietà, di dignità umana e di responsabilità. 
Si tratta di un’interrogazione sull’umano in un tempo di catastrofe dell’umano. 

Di conseguenza il lavoro dovrebbe essere vissuto come una forma di rapporto con il mondo, per esempio il contadino con la terra, o la libertà di stampa non dovrebbe essere solo la possibilità di esprimere la propria opinione, ma anche fare attenzione alla verità di quello che si afferma.  


Laura Boella è professoressa di Filosofia morale presso l’Università di Milano. In dialogo con alcune tra le più significative espressioni della filosofia tedesca contemporanea e del pensiero religioso novecentesco, è venuta elaborando riflessioni sulla dimensione dell’alterità e sulla questione della persona, anche mediante un lavoro di connessione tra gli argomenti della morale e il discorso delle neuroscienze. Tra le sue pubblicazioni: Hannah Arendt. Agire politicamente, pensare politicamente (Milano 1995); Le imperdonabili. Milena Jesenska, Etty Hillesum, Marina Cvetaeva, Ingeborg Bachmann, Cristina Campo (Mantova 2000); Filosofia, ritratti, corrispondenze. Hannah Arendt, Simone Weil, Edith Stein, Maria Zambrano (Mantova 2001); Grammatica del sentire. Compassione simpatia empatia (Milano 2004); Sentire l’altro. Conoscere e praticare l’empatia (Milano 2006); Neuroetica. La morale prima della morale (Milano 2008); Il coraggio dell’etica. Per una nuova immaginazione morale (Milano 2012); Maria Zambrano dalla storia tragica alla storia etica. Autobiografia, confessione, sapere dell’anima (Milano 2016); Empatie. L’esperienza empatica nella società del conflitto (Milano 2018).