Emanuele Severino: un Auditorium a Ca Foscari

L'Università di Venezia celebra il grande filosofo

Nel video Davide Spanio parla della cerimonia di intitolazione dell’Auditorium Santa Margherita dell’Università Ca Foscari di Venezia al filosofo Emanuele Severino (Brescia 1929 – 2020), che avrà luogo il 28 settembre 2023 alle ore 11 e che sarà da lui coordinata. 
Il programma e le informazioni per la prenotazione a questo link.
 

Si tratta di un riconoscimento dovuto al maestro bresciano al quale guardano con gratitudine intere generazioni di studiosi, che testimonia il legame profondo tra gli studi filosofici a Ca Foscari e il magistero severiniano. 

Emanuele Severino arriva a Venezia nel 1970 in seguito alla dichiarazione di incompatibilità dei suoi scritti con la dottrina della Chiesa, pronunciata dall’ex Santo Uffizio, che lo costringe a lasciare l’insegnamento all’Università Cattolica di Milano.

Lo scontro, che non è accademico ma filosofico e teologico, verte su alcuni contenuti di fondo, come la creazione dal niente, la libertà e l’immortalità, sui quali Severino continuerà a lavorare per tutta la vita e segna il suo congedo definitivo dalla tradizione filosofica e dalla dottrina cristiana. Severino si convince definitivamente che alla base della dottrina della Chiesa ci sia quel nucleo concettuale che definisce nichilismo e che rinvia all’alienazione della ragione occidentale, per cui il cristianesimo gli appare come un capitolo della storia del nichilismo, ossia della storia della follia occidentale. 

Il primo testo importante scritto da Severino a Venezia è Abitatori del tempo, una raccolta di saggi del 1978.

Abitatori del tempo significa abitatori della follia essenziale, abitatori di una dimensione che è propriamente niente: abitare il tempo per lui significa abitare il niente. 

Il punto centrale della riflessione di Severino a Ca Foscari è costituito dalla pubblicazione del libro Il destino della necessità, un testo che chiude le porte ad ogni soluzione compatibile con la tradizione filosofica e con il cristianesimo e soprattutto che nega il concetto di libertà, introducendo un senso inaudito della necessità. 

La lezione di Severino è l’intransigenza della riflessione, che non è al servizio di niente e di nessuno ma che risponde solo a se stessa, non dovendo obbedire ad altro che alla necessità del Logos, alla verità che si impone per la sua evidenza.  

La filosofia di Severino è una lente d’ingrandimento del mondo che viviamo, è l’indicazione di una direzione, che lui chiama la tendenza fondamentale del nostro tempo: la celeberrima tesi per cui la tecnoscienza è destinata a diventare lo scopo di ogni scopo ha appunto questo carattere. 

Si tratta di interpretare il tempo che abitiamo, quindi non una filosofia che sta lontana dalle cose del mondo, ma che sta con i piedi per terra. Però, come diceva Severino con una battuta, senza tenere la testa all’altezza dei piedi. 


Davide Spanio è professore associato di Filosofia teoretica presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Ultimo allievo diretto di Emanuele Severino che insegna a Ca’ Foscari, è membro del Consiglio Direttivo di ASES (Associazione Studi Emanuele Severino). Si occupa in particolare dei temi speculativi collegati al rapporto tra idealismo e metafisica classica, nel contesto della filosofia italiana del Novecento. Tra i suoi scritti, si segnala la curatela del volume Il destino dell'essere. Dialogo con Emanuele Severino (Morcelliana, 2014).