Iggy Pop

L'Iguana si racconta a Jim Jarmush

Nato il 21 aprile 1947 a Muskegon, Michigan, con il nome di James Newell Osterberg, cresciuto timido e introverso in un trailer park di Ann Arbor, Iggy Pop ha continuamente sfidato le convenzioni del rock, a partire dalla metà degli anni 60, quando era batterista negli Iguanas il gruppo di garage rock fondato al liceo insieme al chitarrista Jim McLaughlin, da cui mutua il suo soprannome, "Iggy".

La svolta arriva nel 1967 quando conosce i fratelli Asheton e con loro dà vita al progetto più iconoclasta di sempre, gli Stooges. Ron Asheton è alla chitarra, Scott Asheton alla batteria, Dave Alexander, detto Zander, al basso e Iggy canta sul palco in un modo unico.

Folgorato sulla via di Jim Morrison dopo aver assistito a un concerto dei The Doors, il giovane James cerca di replicare i comportamenti estremi  del cantante. Di fatto è il primo performer a praticare abitualmente lo stage diving. Si rotola su vetri rotti, si infligge automutilazioni, vomita sul palcoscenico. La sua è una provocazione in crescendo del pubblico.

Su disco gli Stooges sono un'anarchica miscela di blues e incontenibile energia. Tre album, acclamati dalla critica e ignorati dal pubblico, bastano per farli entrare nella leggenda: The Stooges (uscito nel 1968 con la produzione di John Cale), Fun House (che esce nel 1970) e l'epocale Raw Power, prodotto insieme a David Bowie nel 1973 (e messo fuori catalogo a meno di un anno dall’uscita, per venire poi selezionato nel 1987 dalla rivista musicale Rolling Stone tra i 100 migliori album del rock).

La dipendenza da eroina di Iggy diventa un problema sempre meno gestibile. Gli  Stooges si sciolgono definitivamente nel 1974 dopo un'esibizione al Michigan Palace che si conclude in una rissa tra la band e un gruppo di motociclisti del posto.

Incapace di controllare il suo abuso di droga, il Nostro si autoricovera in un istituto di igiene mentale. David Bowie è uno dei pochi amici che continua a fargli visita. Nel 1976, lo porta con sé nel tour di Station to Station.

Lui mi ha fatto risorgere. Il nostro rapporto di amicizia ha fatto sì che io mi salvassi da un annichilimento professionale e magari anche personale. Tantissime persone provavano curiosità per quello che io facevo, ma solo lui aveva veramente qualcosa in comune con me, era l'unica persona cui quello che facevo piaceva veramente, con cui potevo condividere quello che facevo. E anche l'unico che avesse davvero intenzione di aiutarmi, quando sono stato in difficoltà. Mi ha fatto davvero del bene.

Nel 1977 Iggy Pop si trasferisce con Bowie a Berlino dove pubblica i primi due album da solista, The idiot (definito da lui stesso “un incrocio tra James Brown e i Kraftwerk”)  e Lust for life (con i grandi classici Some Weird Sin, The Passenger e Lust for Life). Berlino è ancora l'eccesso ma soprattutto la rinascita.

Berlino è una città meravigliosa. Quando ci vivevo, l'atmosfera ricordava quella di un romanzo di spionaggio. A Berlino le persone sapevano come affrontare le cose, anche a livello musicale. La città offriva tecnologie di registrazione e produzione all'avanguardia, il che contribuiva a renderla ancora più interessante.

Tra gli anni anni Ottanta e Novanta Iggy continua a sfuggire agli stereotipi  sperimentando nuovi stili e sonorità, compreso il country ed il blues. Nel 1986 è sempre l'amico David Bowie a tirarlo fuori dall'ennesima catena di vizi producendogli  l'album Blah, Blah, Blah, dal suono più mainstream e radio friendly.

L’antologia del 1997 Nude and Rude: The Best of Iggy Pop mette in luce, attingendo a un’ampia selezione di registrazioni dal periodo degli Stooges alle prove solistiche, l’influenza esercitata sugli altri artisti. Nello stesso anno il brano Lust for life risorge a nuova vita grazie a Danny Boyle che lo include nella colonna sonora del suo fortunatissimo film Trainspotting.
Avenue B, ispirato dal nome della via di New York nella quale Iggy Pop ha abitato a lungo, esce nel settembre 1999.

Nel 2003 arriva a sorpresa la notizia della ricostituzione degli Stooges (o almeno di ciò che ne resta: il bassista Dave Alexander, alcolista, è morto nel 1975). Pop si esibisce dal vivo con i fratelli Ron e Scott Asheton mentre l’ex Minuteman Mike Watt prende il posto di Zander basso. Nell’album che ne viene fuori, Skull Ring, ci sono anche altri ospiti di rilievo (Green Day, Peaches e Sum 41).

Nel 2007 Iggy Pop si riavvicina al cinema grazie all'illustratrice franco-iraniana Marjane Satrapi: sua infatti è la voce di uno dei personaggi del film d'animazione Persepolis.

Nei primi mesi del 2009 muore al'improvviso il chitarrista Ron Asheton. Iggy si dichiara stanco di rock e chitarre e cerca nuove strade. L’album Preliminaires è un progetto rivolto al pubblico francese dai sapori vagamente jazz e ispirato all’opera del controverso romanziere Michel Houellebeck e del suo libro La possibilità di un’isola.

A inizio 2016 arriva Post Pop Depression, diciassettesimo album dell'Iguana, scritto con Josh Homme e registrato in diverse sessioni a Joshua Tree e a Burbank con l'ausilio di Dean Fertita (sodale di Homme nei Queens of The Stone Age) e di Matt Helders degli Arctic MonkeysAmerican Valhalla, il documentario che racconta la realizzazione dell’album, è stato reso disponibile su You Tube a fine marzo come ulteriore strumento di intrattenimento per fronteggiare l'emergenza Covid.

Nello stesso spirito di condivisione, il 21 aprile, giorno del suo settantatreesimo  compleanno, Iggy Pop ha deciso di pubblicare una nuova versione di Family Affair, storico brano di Sly & The Family Stone, band funk fondamentale nell’evoluzione del suono legato al soul e alla psichedelia. Il brano, come dice lo stesso Pop, è in download gratuito per tutti i “poptimisti”.

Questa traccia mi ha fatto sentire bene, è stata una buona compagnia e speravo di poterla pubblicare. Penso possa essere una buona compagnia anche per qualcun altro.

Punk della prima ora, refrattario a ogni guinzaglio, l'Iguana non smette di sorprendere. Un wrestler del rock che proprio non ne vuole sapere di gettare la spugna.

Nel video Iggy Pop si racconta a Jim Jarmush nel rockumentary del 2016 Gimme Danger