"N" come Nyman

I "minimi termini" di una colonna sonora

A quattro anni dall’uscita nelle sale cinematografiche di Lezioni di Piano di Jane Campion (1993), per PRIMALEDONNE (Rai, 16 maggio 1997) Michael Nyman ripercorre il processo creativo che lo condusse alla composizione della colonna sonora di quel film.

La prima domanda che ho fatto a Jane Campion, dal momento che Holly Hunter, Ada, la protagonista del film, non parla, è stata: ‘Se avesse parlato, cosa avrebbe detto in questo momento?’. Che era un modo di capire ciò che la musica avrebbe dovuto esprimere. Sono poi tornato a casa mia, in Francia, e mi sono messo a comporre
Michael Nyman

Michael Nyman (Londra, 1944) è stato allievo della Royal Academy of Music e del King's College di Londra. Ha composto, prevalentemente, musiche per il cinema e per la televisione, affermandosi con i film di Peter Greenaway (tra i numerosi altri: I misteri del giardino di Compton House, 1982; Lo zoo di Venere, 1985; Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante, 1989; L'ultima tempesta, 1991).

Nyman si è dedicato, però, anche al balletto e al teatro (The Man who mistook his Wife for a Hat, da Oliver Sacks, 1991; La princesse de Milan, 1991) e alla “musica assoluta” (la musica, cioè, non finalizzata alla descrizione o alla narrazione di una storia), scrivendo partiture per diversi complessi strumentali e vocali : 3 quartetti per archi, 1985-90; Noises, Sounds & Sweet Airs, 1987, per soprano, contralto, tenore ed ensemble strumentale; Ariel Songs, 1990, per soprano e banda; MGV (Musique à Grande Vitesse), 1993. 

A partire dal 1977, Nyman ha spesso composto per il proprio gruppo, The Michael Nyman Band, originariamente formato da antichi strumenti come la ribeca (strumento ad arco) e la ciaramella (progenitrice dell’oboe), insolitamente associate al sassofono.

Nyman è anche autore di saggi di critica musicale, tra cui Experimental music: John Cage and beyond (1974) e curatore di una moderna edizione di partiture di Georg Friedrich Händel e di Henry Purcell.

Sebbene non ne sia stato tra i pionieri (Steve Reich, La Monte Young, Terry Riley), la produzione di Michael Nyman può essere ricondotta al Minimalismo musicale: a quella corrente, cioè, nata negli anni Sessanta del Novecento e indicata anche con l’espressione “musica ripetitiva”, che riduce il materiale sonoro ai minimi termini, ripetendo brevi moduli ritmici e melodici.

[…] il progetto di ridurre l’universo fenomenico, visivo o sonoro, a pochi elementi semplici ma suscettibili di espansione mediante una loro organizzazione seriale
Steve Reich