Il "dono meraviglioso" di Renata Tebaldi

100 anni dalla nascita del grande soprano

Nasce in terra rossiniana, ma trascorre l’infanzia in quella verdiana. Il padre, Teobaldo, professore di violoncello, è pesarese; la madre, Giuseppina Barbieri, è originaria di Langhirano, nel parmense. Renata Tebaldi nasce il 1° febbraio 1922, studia al Conservatorio di Parma e si perfeziona, con Carmen Melis, al Liceo Musicale (oggi Conservatorio) di Pesaro. Quando si dice il destino…

Io ho un dono che mi è stato utilissimo nella carriera: quando sento la musica, dimentico tutto; vengo come rapita in un altro mondo, non so niente di quello che accade intorno a me. In quei momenti esistiamo solo io e la musica
Renata Tebaldi

Il debutto avviene a Rovigo nel 1944: Renata Tebaldi indossa i panni di Margherita nel Mefistofele di Arrigo Boito. Due anni dopo, la sera dell'11 maggio, è alla Scala nel concerto di riapertura dopo la ricostruzione del Teatro milanese, parzialmente distrutto, nel 1943, da un violento bombardamento. Sul podio, a dirigerla nella preghiera (Dal tuo stellato soglio) da Mosè in Egitto di Gioachino Rossini e nel breve solo del Te Deum verdiano, c’è Arturo Toscanini. È la prima volta, ma non sarà l’ultima.

Due giorni dopo [l’audizione, ndr] arrivò la telefonata tanto attesa: ‘Lei ha conquistato Toscanini. Mai il Maestro si è dimostrato così entusiasta per una cantante giovane. È così soddisfatto che ha voluto includerla nel cast del concerto per l’inaugurazione della Scala ricostruita. È una piccola parte quella che le affidiamo, ma è molto importante cantare con Toscanini’
Renata Tebaldi

Presto, il repertorio di Renata Tebaldi si amplia. In quegli stessi primi anni della sua folgorante carriera si cimenta (in italiano) con Wagner (Elsa in Lohengrin, Elisabeth in Tannhäuser), con Mozart (la Contessa d'Almaviva in Le nozze di Figaro), con Händel e con Gaspare Spontini. Poi, il confronto con il repertorio italiano più impegnativo: tra il 1947 e il 1948, a La Fenice di Venezia, Tosca, Otello, La traviata; nel 1949, al Regio di Parma, Andrea Chénier di Umberto Giordano (Maddalena di Coigny); nel 1951, al Comunale di Firenze, Aida. Sarà protagonista di La traviata anche al San Carlo di Napoli, nel 1951, ottenendo un tale successo da costringere il teatro a mettere in cartellone nove repliche fuori programma. Alla Scala, dopo l’esordio del 1946, torna nel 1948 con il Faust di Gounod; Andrea Chenier (1948-49); Otello, Aida e Messa da Requiem di  Giuseppe Verdi (1950); La traviata, Falstaff e Mefistofele (1952); Tosca, La Wally di Alfredo Catalani (1953); Otello, Eugenio Onieghin di Čajkovskij (1954); La forza del destino (1955). Tornerà sul palcoscenico milanese solamente quattro anni dopo, con Tosca, salutata dal pubblico scaligero con quaranta minuti di applausi.

La voce di Renata Tebaldi s’era imposta da subito per il timbro pieno e sonoro, per la purezza, per l’omogeneità e la morbidezza del suono e per il fraseggio ricco di una singolare gradazione di colori e sfumature. 

Io devo ringraziare Dio che mi ha dato una voce eccezionale, con un colore e una purezza unici. Bastava che aprissi bocca perché tutti gridassero al prodigio. La mia fatica è consistita solo nell’approfittare di questo dono meraviglioso
Renata Tebaldi

Il debutto internazionale non poteva che avvenire negli Stati Uniti: nel 1950, è alla War Memorial Opera House di San Francisco: dapprima in Otello, poi in Le nozze di Figaro. Nei primi anni dello stesso decennio, è protagonista di acclamate tournée in America latina e, nel 1955, al fianco di Mario Del Monaco nell’Otello, in scena al Metropolitan Opera House di New York, che diventerà il suo principale palcoscenico fino al 1973, tanto da essere chiamata “La Regina del Met”. All’estero, si esibisce anche alla Lyric Opera di Chicago, alla Royal Opera House di Londra, alla Wiener Staatsoper (diretta da Herbert von Karajan), e a Philadelphia, Berlino, Parigi, Barcellona, Tokyo e in Unione Sovietica.

Nel 1963, alla luce della parziale perdita di duttilità nel registro acuto, dovuta, probabilmente, anche ad un repertorio particolarmente impegnativo, si concede un anno sabbatico, per poi riprendere la propria carriera, che, da questo momento, con l’adozione dell’emissione di petto, vedrà una certa accentuazione dell'indurimento del registro acuto della sua voce. L’ultima opera che canta è Otello, nel 1973, al Metropolitan di New York. Nei successivi tre anni si esibisce in recital accompagnata al pianoforte per poi ritirarsi dalle scene nel 1976, dopo aver cantato alla Scala in un concerto di beneficenza per i terremotati del Friuli. 

Renata Tebaldi ci ha lasciato nel 2004 all’età di ottantadue anni.

Nella clip proposta, un estratto da Ritratti contemporanei: Renata Tebaldi, a cura di Raffaello Pacini. Il programma fu trasmesso dal Canale Nazionale della Rai il 15 ottobre 1959. Il "Tv Radiocorriere", nel presentarlo, scriveva: “Soave e affascinante come la sua voce, la First Lady del bel canto italaino apparirà questa sera sui teleschermi nella galleria dei «Ritratti contemporanei» delle 21,55. Renata Tebaldi è ritornata da poco da Vienna dove, all’Opera di Stato, ha colto nuovi successi nella Tosca, accanto a Gino Bechi e a Eugenio Fernandi, sotto la direzione di von Karajan. Non a caso i suoi paesani di Langhirano, nel Parmense, la chiamano «la Tosca»; e, per la maniera superba con cui l’illustre cantante interpreta il popolare personaggio pucciniano, hanno voluto offrirle tre anni fa anche una medaglia d’oro […].