L'arte che guarisce

Intervista a Giorgio Flamini

Tra i progetti speciali del Festival di Spoleto curati da Rai Per la Sostenibilità, c’è La cultura rompe le sbarre, che si articola con il sostegno al lavoro della Compagnia #SIneNOmine di cui è Direttore artistico Giorgio Flamini. Una realtà che promuove percorsi teatrali e culturali all'interno del mondo carcerario, diventati patrimonio dello stesso Festival.

La Compagnia nasce dai laboratori di teatro realizzati nella Casa di Reclusione di Spoleto ai quali, oggi, sono iscritti oltre cento detenuti. I laboratori sono finalizzati alla conoscenza della complessità compositiva del linguaggio teatrale, destinati ai vari circuiti di sicurezza; i partecipanti svolgono diversi ruoli nei mestieri del teatro. La Compagnia si è espressa in teatri di tutto il Paese (Roma, Torino, Genova, Chieti, Calcata, Matera, Firenze, Foligno, Terni, Spoleto…) grazie alle misure alternative.

Nel lavoro che stiamo facendo all’interno del carcere di massima sicurezza vogliamo permetterci uno sguardo positivo, vogliamo pensare che se ci sono esperienze che distruggono, azioni che sembrano irrimediabili, ce ne sono altre che aiutano l’uomo a ricomporre certi frammenti, a comprenderne la natura, ad accettarla e trasformarla in qualcosa di prezioso, di unico; la stessa persona di prima con nuove venature, quelle ferite che necessitano di essere riconosciute e che l’arte […] ha la capacità di mettere in mostra e guarire almeno in parte…
Giorgio Flamini