Nilde Iotti

La donna, l'onorevole, la presidente

Figura di primo piano dell'Italia repubblicana, parlamentare del Pci per cinquantatré anni e, soprattutto, prima donna Presidente della Camera dei deputati.

Leonilde Iotti, da tutti conosciuta come Nilde, nasce a Reggio Emilia il 10 aprile 1920, il papà Egidio è un ferroviere e la mamma Alberta casalinga. La sua adolescenza e contrassegnata dalla scomparsa del padre, nel 1934. Nonostante le difficoltà economiche familiari, riesce a vincere una borsa di studio e ad iscriversi all'università Cattolica di Milano. Pur mantenendo sempre delle forti origini cattoliche, in questo periodo della sua vita aderisce alle idee comuniste.

In piena guerra si laurea e torna a Reggio Emilia, dove trova posto come insegnante all'istituto tecnico industriale. Pur senza mai abbandonare la cattedra, collabora marginalmente dal 1943 con la Resistenza, nei Gruppi di difesa della donna e perl'assistenza ai combattenti della libertà.

Nel 1945 alla fine della guerra, inizia la sua attività politica nell'ambito del Partito Comunista Italiano reggiano, al quale si iscriverà un anno dopo, nel 1946. Ma non si può non raccontare Nilde Iotti senza parlare del suo sodalizio privato e politico con Palmiro Togliatti, leader del Partito Comunista Italiano, che conosce alcuni anni dopo in Parlamento ai tempi della Costituente, per la quale viene eletta il 2 giugno 1946. Un rapporto che la segna in modo duplice: da una parte, viene riconosciuta come la "donna del capo", e per questo dileggiata dentro e fuori il Partito Comunista; dall'altra, questo rapporto le consente di apprendere molto e maturare una sua concezione politica orientata in particolare alle battaglie dei diritti civili, a cominciare dall'approvazione della legge per il divorzio. Già nell'ambito dei lavori della Costituente la Iotti lavora nella sottocommissione che si occupa dei diritti e doveri dei cittadini. Gli anni che vive accanto a Togliatti comportano di fatto per lei una rinuncia a ricoprire ruoli specifici all'interno del partito. Solo nel 1956 viene ammessa nel Comitato Centrale e dal 1962 della Direzione Nazionale del Partito Comunista. Tutto ciò contrasta invece con la sua attività di parlamentare, viene infatti riconfermata alla Camera dei Deputati ininterrottamente fino alle elezioni del 1996. Numerose le battaglie che porta avanti in Parlamento:

nel 1955 è prima firmataria di una proposta di legge per l'istituzione di una pensione e di un'assicurazione volontaria in favore delle casalinghe; nel 1971 presenta una mozione parlamentare per la revisione del Concordato tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica; nel 1974 partecipa attivamente alla battaglia referendaria in difesa del divorzio; nel 1975 è direttamente promotrice della legge sul diritto di famiglia e nel 1978 appoggia apertamente l'approvazione della legge sull'aborto.


Con l'avvento di Enrico Berlinguer, Nilde Iotti consolida sempre di più la sua leadership, appoggiando tutte le principali battaglie del neosegretario: la necessità di una "terza via" eurocomunista, il compromesso storico e la strategia della solidarietà nazionale. Il 20 giugno 1979 viene eletta, al primo scrutinio con 433 voti, presidente della Camera dei deputati, carica che ricoprirà per tredici anni, confermata anche il 12 luglio 1983 nella IX legislatura e il 2 luglio 1987 nella X legislatura. Questo uno stralcio del suo discorso d'insediamento:

Io stessa, non ve lo nascondo, vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l'affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita.


Tra i suoi innumerevoli atti come Presidente, va menzionato sicuramente lo spostamento e la valorizzazione della Biblioteca della Camera dei Deputati, che permette un migliore e più facile accesso a tutti. Oggi ne porta il suo nome. Il 28 gennaio 1998 tiene il suo ultimo discorso in Aula, circa un anno dopo è costretta a rassegnare le dimissioni per gravi motivi di salute, che non le permettono di seguire le attività parlamentari. Scompare a Roma, il 4 dicembre 1999.

Riproponiamo qui una puntata del programma Italiani, interamente dedicata alla sua figura, senza dubbio una delle più significative della storia politica italiana.