Augusto
Le celebrazioni per i duemila anni dalla morte dell'imperatore romano
Fu il principato più lungo della storia romana. Oltre quarant'anni di regno che inaugurarono un cambiamento epocale, un'età di pace, di prosperità e di straordinario rigoglio delle arti e della letteratura. Con Gaio Giulio Cesare Ottaviano, dal 27 a.C. insignito del titolo di Augusto, il volto stesso dell'Urbe cambiò radicalmente. "Ho trovato una città di mattoni e lascio una città di marmo», usava dire l'imperatore al quale si deve la riforma urbanistica di Campo Marzio con la sua meridiana, l’Ara Pacis, il Mausoleo, il Foro.
Augusto è stato un grandissimo comunicatore, ha ideato un sistema estremamente pervasivo per il quale, in tutto quello che con lui diventa l’Impero romano, i suoi ritratti, i ritratti di tutta la famiglia compresi i membri più lontani, riprendessero un programma politico che era quello dell’Impero e della nuova funzione che questa figura con tutta la sua famiglia esercitava.
Mariarosaria Barbera
Le celebrazioni per il bimillenario della morte di Augusto, avvenuta a Nola il il 19 agosto del 14 d.C, si aprono con un'esposizione alle Scuderie del Quirinale, dove circa duecento capolavori, tra i quali celebri statue del princeps richiamate da tutta Europa, documentano quel linguaggio artistico forte ed evocativo coniato nell'età augustea, ancora alla base della civiltà occidentale.
Nell’età augustea si è adoperato tutto il precedente percorso culturale come un enorme repertorio dal quale attingere a pieni mani creando su quella base qualcosa di completamente nuovo. Dal punto di vista figurativo certamente non è più il classico della cultura greca del quinto o quarto secolo a. C. ma è una nuova forma di classico, una reinterpretazione romana che noi potremmo dire come nuovo classico, un diverso modo di vedere il classico.
Eugenio La Rocca
Il servizio è stato realizzato da RAI Cultura in occasione della mostra Augusto, Scuderie del Quirinale, Roma, 2014.