Fidia

Il genio dell'età classica in mostra ai Musei Capitolini

Protagonista dell’Atene di Pericle, il nome di Fidia è noto a tutti per la realizzazione di opere come il Partenone e le sue decorazioni scultoree e i mitici colossi crisoelefantini dell’Atena Parthenos e dello Zeus di Olimpia, una delle sette meraviglie del mondo antico. Il suo genio creativo ha impresso un marchio indelebile nell’immaginario collettivo e continua ad essere fonte di ispirazione per i contemporanei. Una figura importantissima, quasi leggendaria, sebbene circondata da un alone di mistero. Molti dettagli della sua vita sono infatti poco noti e la conoscenza della sua opera si basa prevalentemente su repliche e su fonti letterarie.

La mostra FIDIA, ospitata dal 24 novembre 2023 al 5 maggio 2024 presso i Musei Capitolini – Villa Caffarelli a Roma, è la prima esposizione monografica dedicata all’artista. Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Claudio Parisi Presicce con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, propone un percorso nella vita, nella carriera e nel clima storico-culturale in cui operò il grande scultore, attraverso una vasta selezione di oltre cento opere - tra reperti archeologici, originali greci e repliche romane, dipinti, manoscritti, disegni, alcuni esposti per la prima volta.

La mostra inaugura un ciclo di cinque mostre, I Grandi Maestri della Grecia Antica, dirette a far conoscere al grande pubblico i principali protagonisti della scultura greca. Un ciclo tanto più significativo a Roma, città da cui provengono importantissime testimonianze dell’attività di Fidia e della sua riscoperta dal Rinascimento in poi, tramite le preziose copie romane di capolavori originali per la maggior parte andati perduti. “Abbiamo deciso di inaugurare il ciclo di mostre su “I grandi Maestri della Grecia Antica” con un’esposizione monografica dedicata a Fidia, considerato, già nell’antichità, il più grande scultore di tutti i tempi.

A Fidia erano riconosciute le qualità della maiestas e del pondus, bellezza e maestosità, la capacità di rendere in modo appropriato persino la divina natura degli Dei. 
Claudio Parisi Presicce,  Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali

Dotato di una personalità eclettica e versatile, oltre a qualità artistiche fuori dal comune possedeva grandi capacità organizzative, tanto che Pericle, nell’Atene del V secolo a.C., decise di affidargli i complessi lavori di ristrutturazione dell’Acropoli e in particolare il delicato ruolo di “episkopos”, “sovrintendente”, del cantiere del Partenone.


Allestimento mostra Vila Caffarelli con Ricostruzione di Atena Lemnia, Dresda, Ph Monkeys VideoLab

Il percorso espositivo è articolato in sei sezioni: Il ritratto di Fidia; L’età di Fidia; Il Partenone e l’Atena Parthenos; Fidia fuori da Atene; L’eredità di Fidia; Opus Phidiae: Fidia oltre la fine del mondo antico.

Il ritratto di Fidia, si apre con un omaggio di Auguste Rodin all’artista greco. Si tratta dell’opera in marmo e gesso Pallas au Parthénon (1896) proveniente dal Musée Rodin di Parigi: una testa di donna sormontata da un tempietto stilizzato con sei colonne doriche, un’idea del Partenone di Atene. Questa scultura eccentrica condensa la fascinazione per la Grecia antica di Rodin (1840-1917), uno dei massimi scultori del suo tempo, salutato dai suoi contemporanei come “Fidia francese” e per il quale Fidia diventa il modello assoluto.
In questa sezione, il visitatore fa conoscenza con il personaggio di Fidia. Può osservarne i tratti del volto, forse riprodotto in una testa in marmo bianco del I secolo d.C., Ritratto di Fidia (?), proveniente da Frascati e conservata a Copenaghen (Ny Carlsberg Glyptothek); ammirare la brocchetta di argilla a vernice nera (anni ‘30 del V secolo a.C) con incisa la scritta "Pheidiou eimi" (“Io appartengo a Fidia”). Proviene dal Museo Archeologico di Olimpia, dove Fidia lavorò alla fine della sua carriera e si tratta di un reperto unico, poiché è uno dei rari oggetti personali appartenuti a un personaggio celebre dell'antichità giunti fino a noi. A completare la piccola sala, due statuette in bronzo che rappresentano la figura dell’artigiano (identificato forse anche con lo stesso Fidia), prestiti d’eccezione del Metropolitan Museum of Art di New York (metà del I secolo a.C) e dell’Archaeological Museum of Ioannina, in Grecia (fine del II - inizi del I secolo a.C.).

L’età di Fidia, illustra il contesto storico, politico e artistico di Atene agli inizi del V secolo a.C., delineando anche il profilo dei personaggi che la resero grande: Temistocle, Pericle, Aspasia, evocati nel percorso da erme-ritratto. In quest’epoca il giovane Fidia completò l’apprendistato presso lo scultore ateniese Egia e il bronzista Agelada, nativo di Argo. Dai suoi due maestri, i cui nomi sono tramandati dalle fonti, Fidia apprese l’arte di scolpire la pietra e di fondere i metalli, tecniche che in seguito dimostrò di padroneggiare. Vengono qui ripercorse le tappe della carriera dell’artista a partire dalla realizzazione delle prime importanti commesse, come la statua dell’Apollo Parnopios (tipo Apollo Kassel), fino alla realizzazione, sull’Acropoli, delle statue dell’Atena Promachos e della Atena Lemnia, con cui raggiunse il successo.

Il Partenone e l’Atena Parthenos, approfondisce l’attività dello scultore ad Atene e in particolare sull’Acropoli. A Fidia si deve la progettazione dei ricchi apparati decorativi del tempio, nonché la creazione del colosso crisoelefantino, ovvero in avorio e oro, dell’Atena Parthenos. Realizzata nel 438/7 a.C., all’apice della fama, la statua era alta oltre dodici metri e rivestita da più di mille chili d’oro; era collocata nel naòs (cella) del Partenone, da cui deriva il nome e rappresentava il culmine visivo e simbolico dell’intero programma figurativo dell’edificio. Il percorso prende le mosse dai documenti che hanno segnato la riscoperta del Partenone in età moderna: tra le opere più significative esposte c’è il Codice Hamilton 254, manoscritto quattrocentesco contenente la prima immagine del Partenone arrivata in Europa, uno schizzo eseguito dall’umanista Ciriaco de’ Pizzicolli di Ancona, concesso in prestito dalla Biblioteca Statale di Berlino (Staatsbibliothek zu Berlin) per sole 8 settimane e risalente al 1440/5. Altresì significativo il prestito del cosiddetto taccuino Carrey (1674) della Biblioteca Nazionale Francese, nel quale è riprodotta la decorazione del Partenone prima dell’esplosione che lo distrusse nel 1687. Completa la sezione l’installazione Fidia e il Partenone, a cura di OrF Quarenghi.
In questa sezione sono ospitati anche quattro frammenti originali del fregio del Partenone, più precisamente un frammento dal fregio nord con oplita, un “soldato greco”, e un frammento dal fregio sud con giovane e bovino (447-438 a.C.), concessi eccezionalmente in prestito dal Museo dell’Acropoli di Atene. Gli altri due frammenti con cavalieri e uomini barbati provengono invece dal Kunsthistorisches Museum di Vienna.
É inoltre stata ricostruita la cella con l’Atena Parthenos grazie all’esposizione di teste, torsi, rilievi e la gemma in diaspro rosso firmata da Aspasios. Tre repliche dello scudo, tra cui il cosiddetto scudo Stragford proveniente dalla collezione del British Museum (III secolo d.C) consentono di farsi un’idea dello scudo della statua che aveva un diametro di ben cinque metri. All’esterno era decorato con un’Amazzonomachia, la lotta mitica tra i Greci e le Amazzoni e, sotto la maschera centrale della gorgone, sono forse rappresentati in piedi, di spalle l'uno all'altro – non reali ma dissimulati tra i personaggi del mito - Fidia, l’artefice della statua e Pericle, il politico ispiratore della gloria monumentale della città classica.

Fidia fuori da Atene ripercorre alcuni degli episodi più significativi della carriera di Fidia al di fuori dalla sua città natale, Atene, a partire dalla partecipazione al concorso bandito ad Efeso intorno al 440 a.C. per la realizzazione di una statua di Amazzone ferita, in cui Fidia fu clamorosamente sconfitto. A rievocare l’evento è allestito un podio con figure di Amazzoni in tondo, con busti e teste disposti a diverse altezze. Al centro, la statua di Amazzone ferita nel tipo Sosikles (Musei Capitolini, decenni centrali del II secolo d.C.) - opera vincitrice – e di fronte un’altra Amazzone proveniente da Torino, copia pregiata in basalto verde. Nell’ambito delle opere commissionate da altre poleis e, in particolare, da Olimpia, sono qui esposti reperti originali scoperti nella “Officina di Fidia”, un edificio allestito presso il santuario di Zeus a Olimpia usato dall’artista e dalla sua equipe per eseguire il colosso crisoelefantino di Zeus. L’opera, andata distrutta in un incendio, fu così rinomata nel mondo antico da cambiare il modo stesso in cui si immaginava la figura di Zeus. La famosa statua è raccontata attraverso monete, rilievi e una maschera di bronzo, prestito prestigioso proveniente da Vienna (Kunsthistorisches Museum, I d.C). In mostra un Modello del tempio di Zeus a Olimpia realizzato nel 1997 da M. Goudin, una ricostruzione parziale in legno di tiglio e noce, prestato dal Musée du Louvre di Parigi.
È esposta in questa sezione anche una Testa di Zeus in terracotta (I secolo a.C.) appartenuta alla collezione dell’archeologo tedesco Adolf Furtwängler e acquistata dalla Liebieghaus di Francoforte.


Testa di Zeus (dettaglio): dalla collezione Furtwängler, Terracotta I secolo a.C. Francoforte, Liebieghaus Skulpturensammlung © Frankfurt am Main, Liebieghaus Skulpturensammlung / ARTOTHEK

L’eredità di Fidia affronta il tema dell’impatto dell’arte fidiaca e delle sue tecniche, in particolare quella crisoelefantina, sulle successive generazioni di artisti in Grecia e Magna Grecia. Sono qui esposti, tra le opere più importanti, la Testa acrolitica di una dea in marmo pario (470-460 a.C.) dai Musei Vaticani e la Statua acrolitica di Apollo in marmo greco (440-430 a.C), proveniente dal tempio di Apollo Aleo a Crimisa, attuale Cirò Marina (Crotone), prestito del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Opus Phidiae: Fidia oltre la fine del mondo antico esplora le radici della fama ininterrotta del grande scultore in età moderna. Nel XII secolo, nei Mirabilia Urbis Romae, raccolte di monumenti celebri di Roma compilate come guide per i pellegrini in visita alla città, ritroviamo i nomi di Fidia e Prassitele iscritti sulle basi delle statue colossali del Quirinale, associati però a filosofi o indovini giunti a Roma al tempo di Tiberio, perdendo quindi la connessione con il dato storico. Si deve a Petrarca la riscoperta di Fidia: in occasione del suo primo soggiorno romano nel 1337, mise in relazione i nomi dei due artisti con quelli celebrati nella Naturalis Historia di Plinio, attribuendogli nuovamente la loro identità di grandi scultori greci.
Nella sezione sono esposti i due calchi in gesso dell’Accademia di Ravenna, realizzati a Roma negli anni Venti dell’Ottocento, delle due teste colossali dei Dioscuri che ancora oggi dominano la piazza del Quirinale a Roma e che sono tra le poche sculture di epoca romana ad aver conservato, pressoché invariata, la loro collocazione originaria. 
Tra le altre opere della sezione, che contiene un focus su Canova e Thorvaldsen, anche il gruppo marmoreo Antonio Canova sedente nell’atto di abbracciare l’erma fidiaca di Giove realizzata nel 1820 da Giovanni Ceccarini come omaggio a Canova, celebrandolo come il Fidia dell’epoca moderna (prestito dal Palazzo Comunale di Frascati) e il Cefiso, calco in gesso dell'Accademia di Belle Arti di Bologna tratto dall’originale scolpito da Fidia (447-432 a.C.).

Foto di copertina: Allestimento mostra Vila Caffarelli con Statua di Apollo (dettaglio) nel tipo Kassel, Musei Capitolini, Ph Monkeys VideoLab

FIDIA. Musei Capitolini, Roma
24 novembre 2023 - 5 maggio 2024