Cesare Zavattini: scrittore e sceneggiatore
Un ritratto
Scrittore, sceneggiatore, soggettista, poeta, giornalista: Cesare Zavattini, classe 1902, ha dedicato tutta la sua vita all'arte del narrare, declinata in ogni sua forma.
Filo conduttore di interessi e opere fra loro molto diversi - che spaziano dalle collaborazioni con i più grandi cineasti del Novecento, alle raccolte di racconti fino a libri-documentari fotografici e al fumetto d'autore - è sempre stata quella che lo stesso Zavattini definisce come "fame di realtà": un interesse orientato sempre verso l'uomo, unito alla volontà di "andare verso il massimo dell'esterno". Benché sia universalmente noto come uno dei più importanti esponenti del neorealismo cinematografico, grazie a capolavori come "Ladri di Biciclette", "Miracolo a Milano" o "Sciuscià", in questo documentario Cesare Zavattini offre uno spaccato molto più intimo e personale sulla sua produzione e soprattutto sul suo gusto per il racconto e per il piacere del narrare. Sullo sfondo dei luoghi ai quali restò sempre più legato affettivamente - la casa natìa a Luzzara e la residenza di Roma, sua città adottiva - racconta il suo lavoro e la sua attività, rievocando la genesi delle sue opere più note e alcune curiosità più inedite e personali. Fra queste, anche la singolare esperienza come come cantante nel celeberrimo "Musichiere", le cui immagini arricchiscono il videoracconto insieme alle sequenze più belle di "Miracolo a Milano".
le mie contraddizioni sono tante, sono sempre stato diviso tra il desiderio di scrivere e il desiderio di vivere
Cesare Zavattini nasce a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, il 20 settembre 1902. Primogenito di cinque figli, i genitori gestiscono un caffè-albergo. Nel 1917 si trasferisce a Roma al seguito dei genitori e quindi ad Alatri dove consegue la licenza liceale. Rientrato a Luzzara nel primo dopoguerra si iscrive alla facoltà di Legge a Parma nel 1921 per poi entrare come istitutore nel Convitto Maria Luigia di Parma.. Nel 1929 svolge il servizio militare a Firenze dove entra in contatto con gli ambienti della rivista letteraria Solaria. Nel 1931 pubblica il suo primo volume Parliamo tanto di me. Nel 1932 sposa Olga Berni di Luzzara. La sua attività letteraria prosegue con I poveri sono matti (1937), Io sono il diavolo (1941), Totò il buono (1943) e, tra gli altri, Straparole (1967), Non libro più disco (1970), La Notte che ho dato uno schiaffo a Mussolini (1976), nonché i tre libri di cinema del 1979: Diario cinematografico, Neorealismo ecc. e Basta coi soggetti. Nel 1967 pubblica un ritratto in versi liberi di Antonio Ligabue mentre nel 1973 dà alle stampe il libro di poesie in dialetto, Stricarm' in d'na parola (Stringermi in una parola). Fin dal 1930 Zavattini svolge un'intensa attività editoriale a Milano dapprima presso Rizzoli e successivamente alla Mondadori dove è assunto in qualità di direttore editoriale dei periodici. Nello stesso anno inizia a occuparsi di soggetti per giornalini a fumetti. A partire dal 1936 dà vita a Saturno contro la Terra (1936-1937), primo fumetto italiano di fantascienza. Seguono poi fumetti a contenuto sociale come Zorro della metropoli (1937-1938), La primula rossa del Risorgimento (1938-1939) e La compagnia dei sette (1938; 1946). In campo giornalistico, dopo le prime esperienze alla “Gazzetta di Parma” e in altre riviste come “L'Illustrazione”, “Solaria”, “Il Tevere”, all'inizio degli anni trenta scrive su “Piccola”, “Novella”, “Secolo illustrato”, “Cinema illustrazione” e, dal 1937, collabora al “Marc' Aurelio”. Nello stesso anno progetta “Il giornale delle meraviglie” (1937-1939). Sempre nel '37 assume la direzione del quindicinale “Le grandi firme” per trasformarlo con successo in un settimanale moderno e spregiudicato, soppresso dalla censura fascista nel 1938. Vara poi un altro periodico “Il Milione” e nel maggio del 1938 assume la direzione, con Achille Campanile, del settimanale umoristico “Il Settebello”. Dopo il 1940 quando si trasferisce a Roma, Zavattini si dedica con assiduità al cinema. Soggettista e sceneggiatore, Zavattini dà un contributo fondamentale alla cinematografia del suo tempo. Con Vittorio De Sica scrive Sciuscià (1946), Ladri di biciclette (1948), Miracolo a Milano (1951) e Umberto D. (1952). L'avventura cinematografica di Zavattini si chiude nel 1982 con La veritàaaa, la prima ed unica opera in cui Zavattini figura, oltre che soggettista e sceneggiatore, anche come regista e attore.nel 1959 scrive la commedia Come nasce un soggetto cinematografico, messa in scena al teatro “La Fenice” di Venezia. Tra i molteplici riconoscimenti conseguiti, oltre ai due premi Oscar nel 1947 e nel 1949, si segnalano nel 1955 il Premio mondiale per la Pace e nel 1977 il “Writers Guild of America Medaillon”, premio dell'Associazione Scrittori di cinema americani, un'onorificenza concessa in precedenza solo a Charlie Chaplin. Muore a Roma il 13 ottobre 1989. È sepolto a Luzzara.