Sapo Matteucci, Per futili motivi

La famiglia, porto dell'ansia

Sdraiato sulla graticola domestica: così appare il maturo protagonista di Per futili motivi, il romanzo di Sapo Matteucci, pubblicato dalla Nave di Teseo. In pensione anticipata, pensa di godersi  un meritato ozio, ma i suoi figli non sono d’accordo. C’è Costanza che ha quindici anni, non si alza mai in tempo per andare a scuola e non s’impegna nello studio, tutta presa dal suo fidanzato Mezzapensione (così lo ha ribattezzato suo padre), di buona famiglia ma un po’ scioperato, un po’ ladro, un po’ tossico; e c’è Ernesto, bello e bravo, che è andato ia studiare in Scozia, spinto dai genitori che hanno grandi aspettative nei suoi confronti, e si sente infelice e defraudato. Poi c’è il coniglio domestico che cresce a dismisura e rosicchia qualsiasi cosa e il cane che catalizza l’amore di tutti, ma forse andrebbe restituito al suo temibile padrone. Ricco di trovate e di formidabili personaggi minori (come lo psichiatra che consiglia al suo paziente di scrivere Pastorale amatriciana), Per futili motivi sfrutta al meglio il registro comico per raccontare la tragedia dello stare al mondo, anche nelle migliori condizioni.

C'era sempre un ordigno che non sarei riuscito a disinnescare, un agguato: la fuga, la droga, le malattie, la solitudine, gli incidenti, le sofferenze. A loro le sofferenze non sarei mai stato in grado di evitarle, di alleviarle. Prevedevo, continuamente, il mio atto mancato. Comunque non avevano diritto a soffrire! Come si permettevano! Avrei sofferto anch’io!

Sapo Matteucci ha trascorso la sua giovinezza a Viareggio. Giornalista, ha lavorato per “Il Globo”, “Playboy”, “Bell’Italia”; ha collaborato con “Traveller”, “Repubblica”, “Paragone” e “Nuovi Argomenti”. Ha vissuto a Firenze, Milano, Roma, Torino, dove ha lavorato per Einaudi. Ha pubblicato Q.B. La cucina quanto basta (2008) e C’era una vodka. Un’educazione spirituale (2010). Con Nicolò Bassetti ha scritto Sacro romano GRA (2013): il film Sacro GRA di Gianfranco Rosi ha vinto il Leone d’oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia del 2013.