Sebastiano Nata, Memorie di un infedele

La solitudine del manager

In Memorie di un infedele (Bompiani), Sebastiano Nata racconta di Tommaso Alfieri, un uomo ormai anziano, che ripercorre la sua vita, spesa per la maggior parte a lavorare come alto dirigente della Transpay. Figlio di un primario ospedaliero, Tommaso avrebbe voluto studiare lettere, ma si trova iscritto ad economia dal padre; ama da sempre Evelina, sua compagna di liceo, la sposa, ma la trascura per la carriera, la tradisce e viene lasciato da lei; i suoi tre figli sono sparpagliati per il mondo e vede poco Giovanni, il nipotino che adora. Rimasto solo Tommaso finisce per occuparsi di Jolanda, un’albanese che chiede la carità e con lui alza sempre la posta, chiedendogli di mantenere la figlia, che è gentile e brava a scuola. Un rapporto che diventa sempre più stretto, finché Jolanda non scompare. Un libro sui rimpianti che lascia una vita finalizzata  all'accumulo di denaro, e sulla necessità di goderci il tempo che ci resta.

Vivere quello che resta, ricordare. E conoscere qualcuna delle mille cose che non so. Comincio in ritardo, ho poco tempo, ma spero di non sprecarlo più. Ho baciato Giovanni sulla guancia mentre ripeteva: "Ancoia”. E anch'io ho detto: Sì, ancora.


Sebastiano Nata è nato a Roma nel 1955. Ha esordito con Il dipendente (Theoria, 1995; Feltrinelli, 1997); con Feltrinelli ha pubblicato anche La resistenza del nuotatore (1999), Mentre ero via (2004) e Il valore dei giorni (2010), supervincitore del premio Paolo Volponi 2010. Con Barney Edizioni ha pubblicato La mutazione (2014) e con Atlantide Tenera è l’acqua (2020). Manager in varie società, è ora attivo nel Terzo settore.