Maddalena Vaglio Tanet, Tornare dal bosco

Il dolore della maestra

Una maestra molto dedita al suo lavoro si trova a fronteggiare il suicidio di una sua alunna undicenne: in Tornare dal bosco (Marsilio), Maddalena Vaglio Tenet racconta di Silvia, del suo tormento quando legge sul giornale che Giovanna si è buttata di sotto dalla finestra di casa sua, dopo essere stata rimproverata dalla madre per le sue assenze. Prima di telefonare a casa di Giovanna per chiedere come mai la ragazzina non si facesse vedere a scuola, Silvia ci aveva pensato molto e si era raccomandata con la madre di evitare punizioni; di fronte alla notizia la sua angoscia è tale che finisce per nascondersi nel bosco.  Mentre tutto il paese cerca Silvia, a trovarla è Martino, un ragazzino torinese che si è trasferito in montagna perché ha l’asma e ha bisogno di aria pulita. Tra Silvia e Martino, tra la donna ferita e il bambino spaesato, si istaura un legame fatto di poche parole e di gesti concreti: lui, con grande fatica e sensi di colpa, mantiene il segreto e le porta acqua e cibo, e lei riesce pian piano a uscire dal gorgo di dolore in cui è caduta. Maddalena Vaglio Tenet, partendo da un fatto di cronaca, riesce a ricostruire l’atmosfera di una comunità in crisi e soprattutto a mettere a fuoco la psicologia dei preadolescenti al centro del suo romanzo, da Martino, arrabbiato con i suoi per il trasferimento, a Giovanna, che non si ritrova nel corpo che cambia e non sopporta di essere picchiata dal padre, a Giulia, nipote di Silvia, angosciata dalla sua sparizione.  

Richiami, latrati di cani in lontananza. Sembrano in tanti e forse gridano Silvia, ma questo non la riguarda. Non è più sicura di rispondere a quel nome, lo riconosce a malapena, come una parola straniera di cui si afferri il significato solo di sbieco. Però presagisce che le grida e i latrati sono l'avanguardia di una serie di eventi: stare di fronte a occhi umani, essere raccolta, caricata su una macchina, infilata in una vasca da bagno. Queste circostanze non le afferra in maniera separata e lineare, ma come un generico frugare di mani e di voci dentro un sacco, e il sacco è lei. Quindi con immensa fatica si trascina fuori, sotto la pioggia battente, e tutto si fa buio e indistinto.


Maddalena Vaglio Tanet (1985) ha studiato letteratura all’Università di Pisa e alla Scuola Normale. Si è poi trasferita a New York per un dottorato alla Columbia University. Adesso abita a Maastricht e lavora come scout letteraria. Ha pubblicato poesie in italiano e tedesco, oltre ai libri illustrati Il cavolo di Troia e altri miti sbagliati (Rizzoli 2020, finalista al premio Strega Ragazzi 2021 come miglior esordio) e Casa musica (come un papero innamorato) (Raum Italic 2022).