Monica Acito, Uvaspina

A casa Riccio

Nel quartiere borghese di Chiaia a Napoli vivono madre, padre e due figli. La madre, Graziella la Spaiata, viene da Forcella e di mestiere faceva la “chiagnazzara”, piangeva a pagamento ai funerali; grazie alla sua avvenenza e al suo abbigliamento provocante ha fatto la sua ascesa sociale conquistando il notaio Pasquale Riccio, che l’ha sposata contro il volere dei suoi. Ma è passato molto tempo dalla passione che legava i due coniugi; ora Pasquale trascura la Spaiata e lei ogni mercoledì sera quando lui esce, lei fa una sceneggiata simulando un malore mortale. Ad assistere a questo spettacolo per anni sono Uvaspina, il primogenito, e Minuccia, sua sorella. In Uvaspina, pubblicato da Bompiani, Monica Acito mette in scena le dinamiche familiari dei Riccio: Carmine detto Uvaspina, bello, delicato, introverso è legatissimo a Minuccia, ma lei che è uno "strummolo", una trottola, non smette di tormentarlo, lo chiama femminiello ed è gelosa di lui. Deciso ad affogare un giorno Uvaspina si getta tra le onde ma viene salvato dal fascinoso pescatore Antonio con cui allaccia una relazione segreta e piena di passione. Antonio però deve aiutare economicamente sua madre ed è disposto a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo. Con una lingua potente, che impasta italiano e napoletano ed è ricca di echi letterari, Monica Acito racconta una città incredibile e i suoi incredibili abitanti.

Che poi Uvaspina dorme così profondamente, come 'nu criaturo, che manco se ne accorge se mi prende la voglia di pizzicarlo o di fargli qualcosa mentre riposa: è delicato, ma il suo sonno è quello di un fravecatore. Delicato, delicato, ogni volta che lo guardo dormire io devo capire dove sta la delicatezza che tutti dicono, e lui dorme e io a volte controllo se respira e mi metto col naso vicino al suo, per vedere se l'aria calda passa, e io e il femminiello ci scambiamo un respiro delicato, per vedere se mi passa un po' di delicatezza; e sono contenta a vedere che respira; altre volte, invece, vorrei piangere proprio perché sta ancora respirando, con quel respiro sempre più delicato che mi fa sentire come se io, proprio, avessi il piombo in corpo.

Monica Acito è nata nel 1993. È cresciuta in Cilento. Ha iniziato a scrivere da bambina, e fin dall’adolescenza ha collaborato con testate cartacee e online. Dopo la maturità classica si è trasferita nel centro storico di Napoli, tra Forcella e Mezzocannone, e si è specializzata in Filologia Moderna presso l’Università Federico II. Nel 2019 è approdata a Torino, dove ha frequentato la Scuola Holden. Nel 2021 ha vinto, tra gli altri, il Premio Calvino per la narrativa breve e i suoi racconti sono stati pubblicati su numerose riviste letterarie. Insegnai discipline umanistiche presso la scuola secondaria di primo e secondo grado. Collabora con ilLibraio.it ed è al suo debutto nel romanzo, per Bompiani, con Uvaspina.