Paolo Cognetti, Giù nella valle

Il larice e l'abete

Si apre con una giovane cagna che segue il suo compagno in violente scorrerie il nuovo romanzo di Paolo Cognetti, Giù nella valle, pubblicato da Einaudi. Al centro della vicenda narrata, ambientata nella Valsesia degli anni novanta, ci sono due fratelli, Luigi, che fa la guardia forestale e vorrebbe aggiustare per sé e per la moglie Betta, la vecchia casa del padre, e Alfredo, che se n’è andato in Canada ed è tornato per vendere la sua quota di eredità. Luigi teme Alfredo, la sua incontrollabile violenza, pronta a esplodere senza cause: apparentemente è lui il buono tra i due, ma nasconde al fratello il valore della casa che potrebbe salire per un progetto di seggiovia. Betta osserva da lontano la dinamica tra i due fratelli, preoccupata per il vizio del bere che li accomuna, e per la bambina che le deve nascere; ha scelto di lasciare la città per star lì con il suo uomo e non sa fino a quando potrà tener fede a questa decisione. Un romanzo breve che parla del male che gli uomini fanno a sé stessi, agli animali e ai paesaggi che li circondano, echeggiando la musica di Bruce Springsteen, la poesia gallese del VI secolo, la prosa di Raymond Carver e Flannery O’Connor, come racconta lo stesso Cognetti nella densa nota finale. 

È  dalla notte dei tempi che gli uomini tagliano le piante, accoppano le bestie e si sfondano la testa a vicenda. Se c'è del male su questa terra è solo roba nostra.

Paolo Cognetti è nato a Milano nel 1978. Tra i suoi libri: Sofia si veste sempre di nero (minimumfax 2012), Il ragazzo selvatico (Terre di mezzo 2013) Senza mai arrivare in cima (Einaudi 2018 e 2019), La felicità del lupo (Einaudi 2021 e 2023) e Giú nella valle (Einaudi 2023). Nel 2021 ha curato L'Antonia su Antonia Pozzi (Ponte alle Grazie). Sempre nel 2021 è uscito il film-documentario Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord. Le otto montagne (Einaudi 2016 e 2018), è stato tradotto in oltre quaranta paesi e ha vinto il Premio Strega, il Prix Médicis étranger e il Grand Prize del Banff; il suo adattamento cinematografico, diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, ha vinto il Premio della giuria del 75° Festival di Cannes e quattro David di Donatello, tra cui quello per il Miglior film.