L'oboe

Tra grottesco e pastorale

L’oboe è uno strumento a fiato ad ancia doppia e appartiene alla famiglia dei legni. Ha un suono sottile e molto intenso. Trai suoi progenitori possono essere individuati l’antica ciaramella e altri strumenti dell’antico Egitto, della Cina, dell’Arabia, della Grecia e dell’India. Dopo le innovazioni determinanti del periodo barocco, è nel XVIII secolo che lo strumento acquisisce una forma simile a quella attuale, che gli dà un timbro più morbido e una maggiore gamma dinamica. Dalla metà dell'Ottocento, intervengono nuove, radicali trasformazioni. Attualmente, il sistema di meccanica più usato e diffuso, di fatto lo standard nella maggior parte dei Paesi europei, negli Stati Uniti e in Giappone, è stato adottato nel 1902 e perfezionato nel 1906. Dal Barocco a Mozart, poi una pausa in periodo Romantico, per riprendere con Richard Strauss e nel Novecento e oltre: il repertorio per oboe è vastissimo.

In questo episodio della serie Strumenti, Francesco Pomarico, primo oboe dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, racconta lo strumento a partire dal momento in cui decise di “adottarlo” come il proprio strumento d’elezione. Poi, ne descrive la morfologia, il timbro, le possibilità espressive, il repertorio (compositori e opere), che maggiormente ne valorizzano le peculiarità, sia da solista, sia in ensemble. Brevi esibizioni live e materiali di archivio intervallano e accompagnano la narrazione.

L’oboe è un po’ come se fosse un componente aggiuntivo della mia famiglia, del quale devo avere cura, mantenerlo sempre in buono stato di esercizio perché essendo uno strumento che ha molte componenti meccaniche va tenuto sempre sotto controllo in modo da averne una resa ottimale. Un po’ come se fosse l’auto per un pilota che fa delle corse. Naturalmente, deve avere un’automobile sempre curata a puntino
Francesco Pomarico

Francesco Pomarico è stato primo oboe solista dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano dal 1982 al 1987; da quell’anno è docente di Musica da camera presso la Civica Scuola di Musica di Milano. Sempre nel 1987, è stato vincitore del Concorso Internazionale «Viotti» di Vercelli. Dal 1989 è primo oboe dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. All’attività di oboista affianca quella di direttore; in questa veste ha tenuto concerti in stagioni da camera sia in Italia che all’estero. Contemporaneamente, svolge un’intensa attività di solista. Ha suonato sotto la guida dei più prestigiosi direttori del nostro tempo. Ha eseguito prime assolute di autori come Luciano Berio, Franco Donatoni, Luis de Pablo, Iannis Xenakis, e la prima italiana del Concerto per oboe di Eliott Carter. Ha al suo attivo numerose tournée in Europa, Giappone, Messico, Sud America, e ha diretto nel maggio 2002 l’Orchestra Sinfonica Verdi di Milano. Con il Quintetto a fiati Arnold ha svolto un’importante attività concertistica e l’incisione di dischi premiati in Europa e negli Stati Uniti.