16 dicembre 1942: Heinrich Himmler, il n.2 del regime nazista, ordina la deportazione di tutti gli zingari che vivono in Germania nel campo di sterminio di Auschwitz. Ha così inizio “la soluzione finale” del supplizio gitano. Saranno circa 600 mila gli zingari uccisi durante il nazismo.
19 aprile 1943: Gli ebrei del ghetto di Varsavia iniziano l’ultima disperata difesa contro la ‘soluzione finale’ che le SS stanno attuando. Sparano con armi leggere sulle truppe tedesche del comandante Sammern-Frankenegg entrate nel ghetto per deportare la popolazione. E’ la prima volta che un gruppo di ebrei si difende in modo organizzato. I tedeschi si ritirano con morti e feriti. Dopo il fallimento della prima incursione nel ghetto, il comando delle truppe tedesche passa a Jurgen Stropp. Sarà lui, dopo un mese, ad avere ragione della rivolta.
16 ottobre 1943: Sono le 5 e 30 di un sabato mattino quando le truppe naziste entrano a Portico d’Ottavia, nel ghetto di Roma, per condurre a termine un vasto rastrellamento. A comandarle è il tenente colonnello Kappler, che promette agli ebrei la salvezza in cambio della consegna di 50 chili d'oro. Due giorni dopo la razzia del ghetto, i tedeschi deportano ad Auschwitz i 1023 ebrei fatti prigionieri. Alla fine della guerra torneranno a casa solo 16 uomini e 1 donna. Il rastrellamento di Roma rappresenta il più grave caso di persecuzione antiebraica avvenuto in Italia a opera delle truppe tedesche di occupazione.
Questo video, le cui immagini storiche sono sconsigliate al pubblico più sensibile, documenta gli orrori perpetrati nei campi di sterminio nazisti. Il trattamento riservato agli ebrei variava a seconda della possibilità di impiegarli come forza lavoro: i bambini, infatti, venivano uccisi subito. Nei campi, il programma di annientamento procedeva al ritmo di decine di migliaia di innocenti uccisi al giorno. Le atrocità raggiungono il culmine con le macabre operazioni compiute sui corpi dei morti, da altri ebrei che hanno salva la vita in cambio di tali manovre, e con esperimenti dal sedicente valore scientifico compiuti sui prigionieri. Il filmato ricorda inoltre il coraggioso e drammatico tentativo di rivolta del ghetto di Varsavia, che si concluse con la morte di 60.000 innocenti.
27 gennaio 1945: I soldati dell’Armata Rossa varcano i cancelli di Auschwitz e liberano i prigionieri superstiti, sopravvissuti allo sterminio razzista. Le truppe liberatrici, entrando nel campo di Auschwitz-Birkenau, scoprono e svelano al mondo gli orrori che si sono compiuti nel cuore dell’Europa.
11 aprile 1961: a Gerusalemme inizia il processo al criminale tedesco Adolf Eichmann che si conclude con la sua condanna a morte per impiccagione. È il primo processo che si svolge in Israele, alla presenza di testimoni, i sopravvissuti alla Shoah. In questa puntata de ‘Il tempo e la Storia’ ce ne parla la storica Anna Foa. Adolf Eichmann, considerato il principale responsabile e organizzatore delle deportazioni degli ebrei, dopo la guerra si era rifugiato sotto falso nome in Argentina. Durante il processo si dichiara “non colpevole” e dice di “avere solo eseguito degli ordini” ai quali non poteva sottrarsi. Sarà il suo atteggiamento ad ispirare alla politologa Hannah Arendt, inviata del "New Yorker", la sua opera su la banalità del male.
Questo documentario del 1986 racconta il contesto delle persecuzioni antisemite da parte del fascismo, le reazioni della popolazione italiana e la terribile sorte che toccò anche a molti ebrei che avevano aderito al regime, come emerge da quest’intervista alla nipote di Ettore Ovazza, il più famoso degli ebrei fascisti italiani. Gli accordi di Monaco del 1938 avevano segnato il trionfo diplomatico di Mussolini, rafforzando le speranze di pace degli italiani. Ma egli, al contrario, convinto dei vantaggi che avrebbe ottenuto grazie all’alleanza con Hitler, cercò di ingraziarselo iniziando la persecuzione degli ebrei. Una decisione che gli italiani in gran maggioranza avrebbero rifiutato, dimostrando umanità verso la popolazione ebraica, con una miriade di piccoli atti individuali di solidarietà. Il decreto legge sulle discriminazioni razziali prevedeva delle eccezioni per gli ebrei molto vicini al regime. Dopo l’8 settembre, però, la sorte degli ebrei fascisti sarà tragica.
Le immagini dei campi di Fossoli (Comune di Carpi, Modena) e di Auschwitz (Polonia) si fondono con i racconti di alcuni testimoni diretti della persecuzione nazifascista degli ebrei. Si tratta di persone deportate con i loro familiari che sono sopravvissute ai campi di concentramento. Un viaggio nella memoria che continua a interrogare le nostre coscienze.
Gli “italiani, brava gente” capaci di aiutare gli ebrei persino all’interno dei campi di concentramento, come nel caso del lavoratore che salvò la vita a Primo Levi ad Auschwitz, e gli italiani autori delle persecuzioni, quelli delle Leggi Razziali fin dal 1938. Buoni o cattivi davanti alle persecuzioni? Una domanda alla quale, in questa puntata de ‘Il tempo e la storia’ risponde il professor Carlo Greppi.
4 aprile 1944: Alla Risiera di San Sabba, nell'unico campo di sterminio nazista in Italia, entra in funzione il forno crematorio. La nuova struttura viene inaugurata con la cremazione di settanta cadaveri di ostaggi fucilati il giorno prima nel poligono di tiro di Opicina. Nella notte fra il 29 ed il 30 aprile 1945 il forno crematorio e la ciminiera verranno fatti saltare con la dinamite dai nazisti in fuga per eliminare le prove dei loro crimini, secondo una prassi seguita in altri campi al momento del loro abbandono.
Il programma di Rai Storia 'Res' propone una storica puntata di ‘AZ Un fatto come e perché’, con cui la Rai seguì il processo del 1976 ai responsabili dell’unico lager nazista italiano: la Risiera di San Sabba di Trieste. Emilio Ravel, giornalista inviato di quel tempo, racconta gli stati d’animo dei testimoni e la reazione dell’opinione pubblica a quel processo che finì per condannare all’ergastolo un solo imputato.
In occasione del Viaggio della memoria effettuato da Rai Scuola nel gennaio 2020, è stato intervistato Oleg Mandić, che aveva 12 anni quando, il 27 gennaio del 1945, l’Armata Rossa entrò nel campo di sterminio di Auschwitz Birkenau per liberare gli ultimi sopravvissuti. Nato nel 1933 a Susac, attuale Croazia, nel 1944 viene arrestato con la madre e la nonna e deportato. Non è ebreo ma “prigioniero politico” perché suo padre e suo nonno, con l’arrivo degli occupanti tedeschi, si sono uniti ai partigiani titini. Oleg, a differenza degli altri 200 mila bambini internati ad Auschwitz insieme a lui, sopravviverà alla follia nazista. Un po’ per fortuna, un po’ per destino o per caso. "Mi misero nel reparto di Mengele, perché lì c’erano gemelli maschi fino ai 18 anni. E si dimenticarono di me. Lì ci rimasi fin quasi alla fine. La febbre improvvisa fu un caso molto fortunato". Oggi all’età di 87 anni Oleg Mandic continua nella sua opera di testimone dell’orrore affinché le nuove generazioni conoscano i fatti. Il messaggio del ragazzino che 70 anni fa' si chiuse alle spalle i cancelli di Auschwitz è un messaggio di pace.
Il filmato - tratto dal programma Il giudice, di Enzo Biagi, del 1960 - racconta la storia di un bambino, Dawid Rubinovicz, deportato ed assassinato nei campi di concentramento nazisti. Di David (1927-1942), che abitava in un piccolo villaggio polacco di campagna, è rimasta soltanto una fotografia sbiadita ed il diario di alcune terribili giornate, scritto sui quaderni di scuola e dal quale, in questa unità audiovisiva, sono letti alcuni frammenti. Enzo Biagi intervista una vicina (che racconta i momenti della deportazione della famiglia Rubinovich), la maestra di David (che traccia un commovente ritratto del suo allievo), ed un prigioniero ebreo scampato alla morte.
Questo documentario del 1992 ricostruisce l’orrore vissuto dai bambini ebrei durante il nazismo. Partendo da una pagina del Diario di Anna Frank, che riporta gli obblighi cui essi erano sottoposti, vengono raccontati (con disegni, testimonianze e drammatiche immagini) anche episodi d’abbandono dei minori da parte dei genitori, nella speranza di salvare loro la vita. Nonostante gli innumerevoli tentativi, il numero delle giovani vittime della Shoah nella seconda guerra mondiale fu elevatissimo, sia dentro che fuori i campi di concentramento. Si stima che solo il 6%, o l'11% secondo le stime più ottimistiche, del totale dei bambini ebrei presenti in Europa nel 1939 sopravvisse al nazismo.
La barbarie nazista rivive attraverso i ricordi di due donne sopravvissute all`Olocausto. Le loro testimonianze, tratte da una puntata di Mixer del 1993, si alternano a foto e filmati d’archivio sui lager tedeschi, ricostruendo la vita nel campo di concentramento, dall’arrivo dei treni alla sistemazione nelle baracche, alla drammatica separazione dai familiari.
Gli occhi dei ragazzi delle scuole italiane in visita al campo di concentramento, liberato 70 anni fa; le immagini d'epoca dei deportati sofferenti; la toccante testimonianza di uno dei sopravvissuti, Sami Modiano.
Per rendere omaggio a Piero Terracina, uno degli ultimi sopravvissuti della comunità ebraica romana alla tragedia della Shoah, scomparso l’8 dicembre del 2019, vi proponiamo il documentario realizzato da Rai Storia nel 1995, Per ignota destinazione, di Piero Farina. Racconta il ritorno di Piero Terracina ad Auschwitz per la prima volta dagli anni della prigionia.
Nel 1938 entrarono in vigore le Leggi Razziali, che colpirono gli ebrei italiani e stranieri presenti nel nostro paese. In questa intervista, il testimone sopravvissuto alla Shoah Piero Terracina, venuto a mancare l'8 dicembre 2019, racconta il suo vissuto, le sofferenze, i momenti difficili che fin da giovane ha dovuto affrontare come ad esempio il primo giorno della quinta elementare.
“Meditate che questo è stato”, si legge in una poesia di Primo Levi. Un verso che riflette tutto il valore e l’importanza della memoria: affinché ciò che è stato non si ripeta, ma anche affinché si perpetui l'impossibilità della rassegnazione all'orrore. Primo Levi (Torino, 1919-1987), scrittore e chimico ebreo sopravvissuto alla deportazione ad Auschwitz, ha fatto di questo lo scopo della sua vita dal giorno della liberazione. A testimonianza della sua tragica esperienza scrisse "Se questo è un uomo", cui seguirono "La Tregua", "I sommersi e i salvati" ed altri testi, quali "L’altrui mestiere", "Vizio di forma" e "Lilit".
Nasce a Torino da una famiglia ebraica Primo Levi, scrittore tra i più importanti della letteratura italiana, testimone del dramma della persecuzione razziale, di cui e’ stato vittima e che ha saputo raccontare come pochissimi altri. Con l’introduzione delle leggi razziali, riesce comunque a laurearsi. Nel 1943 entra in contatto con un gruppo di partigiani, ma viene arrestato dalla milizia fascista e deportato, con altri 650 ebrei, nel campo di sterminio di Auschwitz. Sopravvissuto all’esperienza, sente il dovere di raccontare e Scrive Se questo è un uomo, diventato un classico della letteratura mondiale. Poi pubblica La tregua, che vince la prima edizione del Premio Campiello. Nel 1986 pubblica I sommersi e i salvati. L’11 aprile 1987 viene trovato privo di vita alla base della tromba delle scale della sua abitazione.
L’attrice Silvia Siravo legge alcuni passaggi del diario della scrittrice olandese di origine ebraica Etty Hillesum (1914-1943), pubblicato quasi quarant’anni dopo la sua morte ad Auschwitz e poi tradotto in decine di lingue diverse. Il video è tratto dal programma di Rai Scuola “Nautilus”.
Etty Hillesum, giovane ebrea deportata e morta ad Auschwitz nel 1943, lascia un diario e una serie di lettere da cui emerge una profonde fede nella vita e nell’umanità. Qui Chiara Zamboni, docente di filosofia del linguaggio dell’Università di Verona, evidenzia i vari livelli di senso del diario (storico, esistenziale, religioso) e in particolare il significato della scoperta di un “silenzio interiore”, “la parte più profonda di sé” che Etty identifica con Dio e che costituisce il fondamento dell’incontro con gli altri. Il video è arricchito da immagini di recenti iniziative a lei dedicate.
“Ebrea o non ebrea, io sono soltanto una ragazzotta con voglia di divertirmi…” L’attrice Silvia Siravo legge alcuni passaggi dal “Diario” di Anna Frank (1929-1945), straordinaria testimonianza di resistenza alla Shoah e di fede invincibile nella vita e nell’uomo. Il video è tratto dal programma di Rai Scuola ‘Nautilus’.
Vita di Anna Frank (12 giugno 1929 - 31 marzo 1945), ragazza ebrea tedesca morta nel campo di concentramento di Bergen-Belsen e divenuta uno dei simboli dell'Olocausto grazie al meraviglioso Diario da lei scritto e pubblicato postumo dal padre. In questo video la preziosa testimonianza di un’amica d’infanzia illustra la vita di Anna ad Amsterdam prima che le leggi razziali sconvolgessero la sua vita di adolescente intelligente e vivace.
Il termine Olocausto deriva dal greco ed indica un sacrificio in cui la vittima animale viene completamente bruciata in onore delle divinità. Nell`italiano antico la parola denota un sacrificio estremo o violento, non più legato, però, all`immolazione degli animali. Ma, a partire dalla Seconda Guerra Mondiale, il vocabolo viene tragicamente identificato con lo sterminio degli Ebrei ad opera dei nazisti.
Le leggi razziali del 1938 – che porteranno prima alle discriminazioni contro gli ebrei, poi alle deportazioni - sono un dei punti più bassi del regime fascista e della storia italiana. Come nasce il sentimento antiebraico di Mussolini? Cosa lo spinge a questo passo? In questa puntata de ‘Il tempo e la storia’, il professor Mauro Canali ripercorre la genesi delle leggi razziali, analizzando anche l’evoluzione dei rapporti tra Hitler e Mussolini, la posizione della Chiesa, i tentativi fatti dagli stessi ebrei di convincere Mussolini a cambiare idea, le conseguenze come l’esilio di molti insigni personalità dall’Italia.
Primo Levi, ex internato di Auschwitz, la chiamava la “zona grigia”: quell’area formata da prigionieri che garantiscono la tenuta del Lager in virtù della loro collaborazione con i nazisti, e hanno un potere sostanzialmente illimitato sulla vita degli altri internati. A ‘Il tempo e la storia’ ce ne parla lo storico Carlo Greppi.
Da tutta Europa i deportati arrivavano nei lager ammassati su vagoni di treni merci. Il viaggio durava giorni e giorni e rappresentava esso stesso un'anticipazione di ciò che uomini, donne e bambini avrebbero trovato al loro arrivo. Il progetto era quello di iniziare da subito ad annientare la personalità dei deportati (cosa che, oltre alla sofferenza e alla morte, era la cifra identificativa dei lager). L'universo dei campi di concentramento occupava l'intera Europa centrale e consisteva in migliaia di lager, grandi e piccoli. C'erano quelli specializzati nello sterminio, in cui si andava solo a morire. Ma la maggior parte erano campi di lavoro, in cui le condizioni inumane di vita portavano alla morte decine di migliaia di lavoratori-schiavi. A ‘Il tempo e la storia’ ce ne parla lo storico Carlo Greppi.
Perché non bombardare Auschwitz mettendo fine allo sterminio? Perché non sono stati colpiti i binari che conducevano alla morte milioni di ebrei? In che modo sarebbe stato possibile? E per quale ragione fino al 1945 nessuna democrazia ha varcato quei cancelli? In questa puntata del programma ‘Eco della storia’ ce ne parla lo storico Umberto Gentiloni.
Il processo al gerarca nazista Adolf Eichmann tenutosi a Gerusalemme nel 1961 contiene alcune chiavi di lettura per capire cosa sia stata la Shoah. Lo comprese a politologa Hannah Arendt, che seguì il processo come inviata del ‘New Yorker’ e ne trasse il libro ‘La banalità del male’. In questo commento al processo, il suo significato ci viene sinteticamente spiegato dallo storico Giovanni De Luna.