E’ una vicenda giudiziaria complicata, lenta e discussa, quella per l’individuazione delle responsabilità dell’orrenda strage di Bologna.
Una vicenda che ha conosciuto tentativi di depistaggio e che, viceversa, nella ricerca della verità ha trovato stimoli nell'
“Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980”, costituitasi ad un anno dall’accaduto,
il 1° giugno 1981. Vari i gradi di giudizio che si sono succeduti: si comincia nel 1987, poi l’appello nel 1990 che ribalta il verdetto
di primo grado assolvendo tutti gli indagati, finché solo il 23 novembre 1995 si giunge ad una sentenza definitiva della Corte di Cassazione.
Alla fine vengono condannati all'ergastolo, quali esecutori dell'attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro
(che si sono sempre dichiarati innocenti, pur avendo apertamente rivendicato vari altri omicidi di quegli anni). Vengono invece condannati a 10 anni,
per il depistaggio delle indagini, l'ex capo della loggia massonica “P2” Licio Gelli, l'ex agente del SISMI Francesco Pazienza e i due alti ufficiali
Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, rispettivamente generale e colonnello del servizio segreto militare (SISMI).
Nel 2007 viene poi condannato a 30 anni per l’esecuzione della strage anche Luigi Ciavardini (minorenne all’epoca dei fatti).
Nel 2017 è stato rinviato a giudizio per concorso nella strage di Bologna, il terrorista dei Nar Gilberto Cavallini. Nell'ambito di questo procedimento è stata richiesta una nuova perizia sui reperti della stazione ancora conservati. In questa perizia è segnalato il ritrovamento di quello che potrebbe essere l'interruttore che ha fatto esplodere la bomba. Il 9 gennaio 2020 Cavallini, sulle cui spalle pesano già otto ergastoli, è stato condannato con sentenza di primo grado, per concorso nella strage. sentenza confermata nel 2023 in appello e per il quale manca ad oggi solo la Cassazione. Il 6 aprile 2022 è stata emessa la sentenza del cosiddetto processo ai mandanti per la Strage alla Stazione di Bologna, che ha condannato all'ergastolo Paolo Bellini, a sei anni Piergiorgio Segatel, l'ex capitano dei Carabinieri accusato di depistaggio, e a quattro anni Domenico Catracchia, ex amministratore di condomini di via Gradoli a Roma, accusato di false informazioni al Pubblico Ministero al fine di sviare le indagini. Le motivazioni della sentenza sono state poi depositate il 5 aprile 2023. A luglio del 2024 la Corte d'Assise d'Appello di Bologna, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, ha poi confermato l'ergastolo per l'ex esponente dell’organizzazione neofascista Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini, per il quale pende il ricorso in Cassazione.
Nato a Rovereto (Trento) il 28 marzo 1958, ma cresciuto a Roma, Giuseppe Valerio Fioravanti (detto Giusva) è un ex-terrorista italiano, appartenente al gruppo eversivo neofascista dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari). Comincia la militanza nel Movimento Sociale Italiano (sezione romana di Colle Oppio) e matura la scelta della lotta armata. Arrestato nel 1981 a Padova dopo uno scontro a fuoco nel quale uccide 2 agenti, è riconosciuto colpevole di vari reati e dell’omicidio di 93 persone (8 ammessi e 85 nella strage di Bologna, cui invece nega d’aver partecipato). Viene così condannato a vari ergastoli. Nel 2004 ottiene la libertà condizionata per buona condotta e nel 2009 la libertà. Lavora attualmente per l’associazione “Nessuno tocchi Caino”.
Nata a Chieti il 25 aprile 1959, Francesca Mambro è un’ex terrorista. Figlia primogenita di un maresciallo, da adolescente è militante del MSI; poi passa al gruppo eversivo dei NAR - Nuclei Armati Rivoluzionari - come il suo attuale marito Giuseppe Fioravanti (i due si conoscono appunto in quegli anni e, sposatisi in carcere nel 1985, avranno poi una figlia). Arrestata nel 1982 dopo una sparatoria a Roma nella quale resta ucciso anche un passante, viene condannata a 9 ergastoli per i 96 omicidi compiuti (compresi gli 85 della strage di Bologna, cui lei nega d’aver partecipato). Dopo anni di carcere; nel 2008 le è stata concessa la libertà vigilata e dal 2013 la sua pena è estinta.
Anche Luigi Ciavardini, nato a L’Aquila il 29 settembre 1962, è un ex terrorista appartenente ai NAR. Più volte arrestato e condannato per attività eversive, nel 2007 è stato condannato in via definitiva a 30 anni per la strage di Bologna, compiuta quando non aveva ancora compiuto 18 anni. Appena una quarantina di giorni prima (precisamente il 23 giugno 1980), aveva commesso anche l’omicidio del giudice Mario Amato, che stava indagando appunto sui NAR. Per questo reato sarà condannato a 10 anni di reclusione.
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Ecco la puntata che “La notte della Repubblica”, lo storico programma di Sergio Zavoli sugli anni di piombo, dedicò nel 1990 a ricostruire la strage di Bologna.
In esclusiva per il web, il dibattito in studio integrativo della puntata sulla strage di Bologna, sempre dalla storica inchiesta di Sergio Zavoli sugli anni di piombo (“La notte della Repubblica”).
In studio con Massimo Bernardini, lo storico Giovanni De Luna.