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Luigi Ontani al Museo Hendrik Christian Andersen
AnderSennoSogno
Da quando ha iniziato la sua carriera di artista negli anni sessanta spesso l’oggetto delle sue opere è stato se stesso. In un continuo viaggio durato più di 50 anni Ontani ha personalizzato diverse figure iconografiche, plasmate all’esplorazione della propria identità.
Come un camaleonte Ontani si trasforma e ricerca nel suo “io”, profondo ma leggero, un approdo in territori inesplorati: l’arrivo si manifesta di volta in volta con la creazione di una nuova opera.
Affascinato dall’Asia in uno dei suoi molti viaggi verso nuove mete sia fisiche che interiori, è giunto a Bali dove ha trovato l’ispirazione per elaborare una serie di maschere. Nell'autunno 2012 espone alcune di queste maschere in una versione unica e temporanea al museo dello scultore d’origine norvegese Hendrik Christian Andersen a Roma.
Come se fosse una favola dell’omonimo H. C. Andersen (scrittore danese che però si chiamava Hans, famoso in tutto il mondo per le sue favole) Ontani ha creato un mondo magico; le figure classiche e monumentali di Hendrick Andersen si reincarnano nel dialogo con l’artista contemporaneo, fungendo da supporto particolarissimo per le sue maschere. Questa curiosa simbiosi tra classicismo e contemporaneità ha concesso alle statue un balzo nell’avanguardia, trasformandole da figure mute in sculture sonore. Per l'occasione l'artista ha coinvolto infatti Charlemagne Palestine, uno dei maggiori esponenti della musica d'avanguardia nonché uno dei più originali performers e artisti della scena americana degli anni 60 e 70, il quale ha concepito una colonna sonora ad hoc per l'installazione: ogni maschera emette un suono attraverso delle registrazioni performate da Ontani e rielaborate da Palestine.
Il servizio è stato realizzato nel 2012 in occasione della mostra AnderSennoSogno - Luigi Ontani al Museo Hendrik Christian Andersen.