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Carlo Carrà: "Giovani pittori vi do un consiglio"
La pittura come operazione mentale
Ai giovani consiglierei una pittura che ritorni alla realtà poetica, vale a dire una realtà interiore
Carlo Carrà
Carlo Carrà nasce a Quargnento, in provincia di Alessandria, nel 1881 da una famiglia di artigiani. Dopo aver lavorato come decoratore murale per circa dieci anni a Valenza Po, Milano, Parigi, Londra, Bellinzona, nel 1906 entra all'Accademia di Brera, dove incontra i giovani pittori Bonzagni, Romani, Valeri e Boccioni. Nel 1910, insieme a Marinetti, Boccioni e Russolo scrive un manifesto rivolto ai giovani artisti esortandoli ad un rinnovamento del linguaggio espressivo. All'appello rispondono Balla e Severini: da qui nasce il Futurismo. All’inizio del 1913, il movimento futurista diventa punto di riferimento anche per il gruppo fiorentino de La Voce, che sta avviando la nuova rivista Lacerba, diretta da Papini e Soffici. Lo stesso Carrà è un assiduo collaboratore delle due pubblicazioni, per le quali realizza scritti e disegni. Nello stesso periodo, stringe rapporti con i cubisti francesi e, nel 1914, si trasferisce per alcuni mesi a Parigi. Ma già matura in lui la crisi del Futurismo: i collage che disegna sono un primo, chiaro segno del distacco dal movimento marinettiano. Inizia, per l'artista, un periodo di riflessione e di studio dei classici come Giotto e Masaccio; dello stesso tempo, sono i primi quadri metafisici.
Era necessario uscire dalla formula futurista. E allora, la pittura metafisica mi è servita per ritornare a rivedere i problemi spaziali degli antichi
Carlo Carrà
Chiamato alle armi, Carrà trascorre un periodo a Pieve di Cento ma, per motivi di salute, viene ricoverato nell'ospedale militare di Ferrara dove incontra De Chirico, Savinio, Govoni e De Pisis. Nel 1919, rientra a Milano e sposa Ines Minoja. A questi eventi segue un periodo di crisi interiore e artistica dal quale riemerge con una nuova visione della pittura, indirizzata alla semplificazione dell'immagine. È il presupposto della terza stagione della sua ricerca artistica, il cosiddetto realismo lirico, che ha inizio nel 1921. Entra definitivamente in contatto con una nuova sintesi tra idea e natura, e soggetti prediletti diventano i paesaggi. Nel 1923, è a Camogli, in Liguria. Dal 1926, passa diversi mesi a Forte dei Marmi, in Versilia, dove rimane folgorato dai paesaggi luminosi e solitari, le spiagge deserte, i monti sul mare, i capanni abbandonati. Contemporaneamente al lavoro artistico, Carrà svolge una battaglia per il rinnovamento dell'arte moderna attraverso scritti di critica e dottrina estetica. Collabora anche con le riviste Valori Plastici, Esprit Nouveau, La fiera letteraria e con il quotidiano L'Ambrosiano.
Carlo Carrà muore il 13 aprile 1966, a Milano, a seguito di una malattia fulminante.