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Domus Aurea

Il recupero della reggia di Nerone

Circa trentamila metri quadrati di affreschi e intonaci dipinti, lo scintillìo dei colori originari che torna a rischiarare i centocinquantatré ambienti fino ad ora scavati della fastosa residenza di Nerone. Soltanto una parte della leggendaria dimora, sorta nel 68 d.C. in soli quattro anni, che si estende per sedicimila metri quadrati dall’Esquilino al Palatino, una superficie equivalente a tre campi di calcio, e abbraccia tutto il centro storico dell’Urbe. Grandiosa e fragilissima, la Domus Aurea chiusa nel 2006 per il pericolo di crolli e cedimenti strutturali, è stata riaperta al pubblico con un percorso di visite guidate articolate in quindici tappe che illustrano i progressi del cantiere e includono anche l’ala occidentale del padiglione, svelando ambienti non accessibili fino ad oggi. Il piano generale per conservare questa meraviglia dell'antichità, messo a punto dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici, prevede sia il recupero delle volte e dei capolavori pittorici che tanto sedussero gli artisti del Rinascimento, sia un intervento sull’area esterna per realizzare un nuovo sistema di copertura protettiva che ridisegna completamente i livelli del giardino del Colle Oppio. Un doppio cantiere, dalle tecnologie sofisticate e complesse, documentato per la prima volta nella storia dell’archeologia da un blog, un diario on line che rende conto della progressione dei lavori e permette di partecipare al dibattito e all'analisi che precederanno ogni intervento di restauro.
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