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Il Raffaello dell'Ambrosiana. In principio il Cartone
Il restauro del disegno della Scuola di Atene
E’ il più grande cartone rinascimentale a noi pervenuto, interamente realizzato da Raffaello Sanzio. Oltre duecento fogli di carta sui quali l’artista disegnò La Scuola di Atene, la prima delle composizioni ideate per gli affreschi commissionati da Giulio II per la Stanza della Segnatura, negli appartamenti del Palazzo Apostolico in Vaticano. Una superficie di circa otto metri di lunghezza per tre metri di altezza dove si si snodano le immagini della comunità dei sapienti antichi e moderni. Un racconto in bianco e nero dal dinamismo accentuato e dagli intensi effetti chiaroscurali, composto da più di cinquanta figure, tra le quali spiccano in alto, nel gruppo dei filosofi, Platone, con il dito puntato verso l'alto, riconoscibile poiché regge il Timeo, e Aristotele, identificabile dal libro dell'Etica.
Nel 2014 la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, ha avviato sul cartone una lunga e laboriosa attività di indagine e opera di restauro conservativo coordinato da un Comitato scientifico composto dal collegio dei Dottori della Biblioteca Ambrosiana e da esperti dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, dei Musei Vaticani, della Soprintendenza di Milano e del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, con la consulenza tecnica di Pinin Brambilla Barcilon, affiancati da docenti di diverse Università italiane..Un intervento diretto da Maurizio Michelozzi al quale è seguito un nuovo allestimento espositivo curato da Stefano Boeri.
ll cartone non fu distrutto durante la trasposizione del disegno sulla parete da affrescare e sopravvisse, nonostante la fragilità del supporto, anche alle razzie e a perigliosi viaggi per acqua che lo intaccarono senza offuscare l’articolata, fitta, sequenza narrativa messa in scena da Raffaello.Il “bel finito cartone”, secondo le definizioni dell’epoca, conteneva tutte le informazioni necessarie alla realizzazione dell’opera: non solo i contorni delle figure e dello scenario in cui andavano a disporsi ma i movimenti, le espressioni dei volti e la provenienza della luce, fornendo un’immagine compiuta di quello che sarebbe stato il risultato finale.
Il prezioso manufatto era, infatti, tra i tesori artistici requisiti da Napoleone che lo portò via dalla Pinacoteca Ambrosiana dove si trovava sin dal 1610. Proprio al Louvre, tra il 1797 e il 1798, il cartone subì un complesso restauro prima di rientrare a Milano nel 1816.
Nel 2014 la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, ha avviato sul cartone una lunga e laboriosa attività di indagine e opera di restauro conservativo coordinato da un Comitato scientifico composto dal collegio dei Dottori della Biblioteca Ambrosiana e da esperti dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, dei Musei Vaticani, della Soprintendenza di Milano e del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, con la consulenza tecnica di Pinin Brambilla Barcilon, affiancati da docenti di diverse Università italiane..Un intervento diretto da Maurizio Michelozzi al quale è seguito un nuovo allestimento espositivo curato da Stefano Boeri.