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Biennale Arte 2019: Orkhan Mammadov manipola la storia
"Virtual Reality" e Fake stories al Padiglione dell'Azerbaijan
Il padiglione dell’Azerbaijan, curato da Emin Mammadov e Gianni Mercurio, ha colto il tema proposto da Rugoff scegliendo di concentrarsi sulla realtà virtuale. La mostra Virtual Reality presenta opere di giovani artisti azeri che con le loro opere riflettono sui uno dei maggiori pericoli per la democrazia e il libero pensiero nella società contemporanea: il fenomeno delle fake news.
Al concetto di manipolazione della Storia è appunto riferito il lavoro di uno degli artisti presenti nel Padiglione dell’Azerbaijan, Orkhan Mammadov. L’artista multimediale presenta un progetto ispirato alle miniature islamiche originariamente raccolte in un album a forma di libro, il così detto Muraqqa, risalente alla dinastia Safavida che, insediatasi in principio in Azerbaijan, si espanse e governò la Persia dal XVI al XVIII secolo.“Negli ultimi venti anni, in seguito alla rivoluzione telematica e all’evoluzione della tecnologia per la trasmissione delle informazioni, della trasformazione delle immagini e della simulazione – scrive Gianni Mercurio nel catalogo della mostra – è cambiato il nostro modo di rapportarci con il mondo. Le fake news possono drammaticamente modificare e a volte sconvolgere il nostro modo di pensare e quindi portarci a una visione distorta della realtà e ad agire di conseguenza […] mentre i media e i social network colonizzano il nostro inconscio. Le informazioni e la lettura della “storia” e della cronaca possono arrivarci distorte o manipolate, al pari della liquidità delle opinioni che viaggiano attraverso i social network, dove tutto è relativo, contaminato e incerto.”.
Orkhan, - che ha studiato informatica all’Università di Khazar (Azerbaijan), design della comunicazione visiva all’Università di Bilgi (Turchia) e belle arti e media sperimentali all’Università di Praga (Repubblica ceca) - ha riproposto una serie di miniature originali rappresentandole come una storia digitale lineare, componendo una specie di arazzo animato. Il Muraqqa autentico tradizionale diventa dunque fonte per costruire una replica virtuale alternativa, nella quale l’artista ha aggiunto al contenuto storie proprie: Orkhan ha trasformato così la narrazione originale animando le miniature con elementi impropri che fanno parte di altri periodi storici o del mondo delle favole, creando quindi delle fake stories.