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La tecnologia umanizzata di Fabrizio Plessi
Artificio, natura, disegno nelle macchine visionarie dell'artista
Moderno alchimista, Fabrizio Plessi riesce a far convivere materiali quali il carbone, il legno, il ferro, il marmo, con l’alta tecnologia creando quello che l’artista definisce il cangiante elettronico.
Tra i primi sperimentatori della videoarte in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta, la sua prima installazione risale al 1974, Plessi congiunge artificio e natura e plasma il linguaggio dell’elettronica per proporre creazioni poetiche ed evocative dove gli elementi primordiali, come l’acqua e il fuoco, danno origine a un flusso inarrestabile di immagini digitali.
Le imponenti e spettacolari macchine dell’artificio costruite da Plessi sono, del resto, frutto di una metodologia rigorosa e tradizionale che considera il disegno manuale come irrinunciabile motore del processo creativo. Il risultato è la formazione di un prezioso archivio cartaceo parallelo alla produzione di sculture e installazioni. Oltre sedicimila sono le realizzazioni dell'artista su carta, tra appunti, schizzi e progetti a grandezza naturale che simulano le opere finali.
Rai Cultura ha incontrato l’artista a Roma in occasione della mostra Plessi a Caracalla. Il segreto del tempo
(giugno-settembre 2019)
Tra i primi sperimentatori della videoarte in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta, la sua prima installazione risale al 1974, Plessi congiunge artificio e natura e plasma il linguaggio dell’elettronica per proporre creazioni poetiche ed evocative dove gli elementi primordiali, come l’acqua e il fuoco, danno origine a un flusso inarrestabile di immagini digitali.
Di particolare significato le installazioni site-specific create per spazi antichi, gotici, rinascimentali e monumentali come Piazza San Marco a Venezia, la Valle dei Templi di Agrigento, la Sala dei Giganti di Palazzo Te a Mantova, interventi mirati a mantenere vivo il dialogo con la classicità, nell'intento di saldare il passato al futuro. La riflessione sul tempo, sulla memoria, sulla necessità di salvaguardare un sapere stratificato e complesso senza mitizzare la componente tecnologica propria dell’epoca nella quale siamo immersi, attraversano costantemente la pratica artistica di Flussi che per quindici anni è stato docente di Umanizzazione delle Tecnologie alla Kunsthochschule für Medien di Colonia e titolare della cattedra di Scenografie elettroniche presso la stessa istituzione.L’acqua è un elemento antico, ancestrale, il video è un elemento d’oggi legato alle nostre tecnologie. Io ho sempre pensato che tra l’acqua e il video ci siano delle segrete e profonde analogie, che l’acqua sia un elemento veramente fondamentale per unirsi in simbiosi con il video.
Le imponenti e spettacolari macchine dell’artificio costruite da Plessi sono, del resto, frutto di una metodologia rigorosa e tradizionale che considera il disegno manuale come irrinunciabile motore del processo creativo. Il risultato è la formazione di un prezioso archivio cartaceo parallelo alla produzione di sculture e installazioni. Oltre sedicimila sono le realizzazioni dell'artista su carta, tra appunti, schizzi e progetti a grandezza naturale che simulano le opere finali.
Fabrizio Plessi è nato a Reggio Emilia nel 1940. Vive e lavora tra Venezia e Palma di Maiorca. Ha partecipato ad importanti rassegne come Documenta di Kassel, e a quattordici edizioni della Biennale d'Arte di Venezia. Ha esposto in prestigiosi sedi internazionali tra le quali il Guggenheim di New York, le Scuderie del Quirinale di Roma, il Museo Pushkin di Mosca. Al Passo del Brennero nel 2013 è stato inaugurato il Plessi Museum, progettato dall’artista come un’opera di architettura, scultura e design.Da quarant’anni lavoro come avrebbe potuto lavorare una bottega del Quattrocento, come prima cosa disegno. Il disegno come il respiro è un fatto biologico. E’ importantissimo e alla base di ogni progettualità perché è un progetto mentale che passa attraverso la mano e attraverso il cuore.
Rai Cultura ha incontrato l’artista a Roma in occasione della mostra Plessi a Caracalla. Il segreto del tempo
(giugno-settembre 2019)