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Le arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer

Una mostra del 2010

Le arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer, fu una mostra importante, progettata e realizzata presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, in occasione dei duecentonovant'anni di nascita dell'artista (1720-2010). La suggestiva esposizione esplorava a tutto tondo la complessa e proteiforme attività creativa di Piranesi nel Settecento europeo, attingendo da una pietra miliare per gli studi piranesiani, la precedente mostra del 1978, sempre promossa dalla fondazione (Piranesi. Incisioni, rami, legature, architetture), organizzata per celebrare i duecento anni di morte dell'artista (1778-1978).

Le arti di Piranesi" riscuoteva l'analogo successo della mostra del 1978 e come trent'anni prima, anche questa volta l'esposizione veniva portata in tour tra Madrid, Barcellona e San Diego in California 

La mostra su Piranesi del 2010 coinvolse vari specialisti, esperti di diverse discipline che in completa sinergia, restituivano una visione globale e multidisciplinare dell'universo piranesiano. Nella curatela, tre i nomi degni di menzione: Giuseppe Pavanello, qualificato storico dell’arte e settecentista, garante di storia e aderenza filologica. Michele De Lucchi, nota e rigorosa firma dell’architettura, del design e della grafica contemporanea, qui intervistato, garante dell'attraente allestimento per cui la mostra è ricordata. 

Lo abbiamo preso come un uomo del nostro tempo e abbiamo letto la sua opera interpretandola con la tecnologia e scoprendo la ricchezza del suo eclettismo e della sua eccentrica vena ispiratrice:  abbiamo preso i suoi disegni, le sue incisioni, che già di per sé sono ordinate secondo un criterio disciplinare molto aggiornato, e li abbiamo utilizzati come progetti mettendoli idealmente sui tavoli degli uffici tecnici di qualche azienda di produzione, come fossero stati disegnati per il mercato di oggi
Michele De Lucchi, 2010

A realizzare lo spettacolare progetto espositivo, il nome di Adam Lowe, geniale artista, eclettico e teorico, fondatore e art director della Factum Arte Foundation, l’atelier, officina, fucina di Madrid, specializzato nelle digitalizzazione di oggetti storici e nella realizzazione di opere d’arte facsmili di elevatissima qualità. A Lowe, si devono alcune delle scelte più ardite e sperimentali della mostra piranesiana, quali la realizzazione di progetti per arredi ed elementi decorativi rimasti sulla carta. Tripodi, camini, seggiole e una caffettiera a forma di conchiglia, presero vita grazie all’abilità degli artisti-artigiani di cui si avvale il laboratorio nella modellazione 3D. Inoltre, per l'occasione Factum Arte produsse anche un film d'animazione 3D sulle Carceri di Piranesi, un viaggio virtuale dentro le architetture dell'artista, firmato Grégoire Dupond (Piranesi. Le Carceri d'Invenzione). 



L'esposizione, definita immersiva, dava accesso a più di trecento opere originali e all’evocazione di disegni e progetti architettonici dell'artista attraverso video, fotografie  e modelli in scala. Per mezzo di agevoli touchscreen inoltre, si poteva consultare integralmente i due Taccuini della Biblioteca Estense di Modena, compilati nei trent'anni circa di permanenza a Roma di Piranesi, tra il 1747 e il 1777. Quasi 300 fogli, fittamente annotati e disegnati, restituivano la straordinaria fantasia creativa dell'artista, ma anche, i suoi contatti con artisti, intellettuali e stranieri, i percorsi di studio nelle biblioteche romane, nelle vie e nelle piazze, tra i monumenti e le rovine dell'antichità e in più, la sua sensibilità per il paesaggio, la natura, gli animali e la figura umana. Matite rosse e nere, acquarelli, schizzi veloci realizzati all'aperto, linee fini a sanguigna, a penna e inchiostro, qui restituivano la fase embrionale delle diverse raccolte dell'artista. 
Sperimentalismo, innovazioni e rigore, confermavano ancora una volta la perfetta strategia culturale della Fondazione Cini di Venezia che, per la mostra, ospitava in catalogo le firme di alcuni dei più prestigiosi specialisti di Piranesi: John Wilton-Ely, Marcello Fagiolo, Elisa De Benedetti, Luigi Ficacci e Norman Rosenthal.

Mi sono confrontato anche di recente con la sua visione e qualcosa abbiamo in comune: il desiderio di dominare lo spazio con lo sguardo, di vederlo come un insieme ma anche in ogni suo dettaglio. Per me però è più importante la lezione di Walker Evans: il rispetto, non indifferente ma etico, della realtà che ti sta davanti agli occhi
Gabriele Basilico

Intuizione foriera di importanti e futuri sviluppi, mostre e pubblicazioni, l'allestimento della sezione dedicata alle Vedute di Roma e alle Différentes vues de Pesto, per la quale i curatori coinvolsero uno dei più importanti fotografi della nostra epoca, maestro di paesaggi urbani, Gabriele Basilico, che tra Roma, Tivoli e Paestum, eseguì una serie di scatti in risonanza con le vedute di Piranesi.  

Rai Web Cultura ringrazia
Fondazione Giorgio Cini