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Zeri e la chiusura dei Fori Imperiali
Tg1 Tam Tam, 1981
Nonostante le alterazioni subite nel corso del tempo, i cinque fori mantennero intatte la loro conformazione e funzioni per tutta l'antichità. Solo a partire dal periodo tardo antico (dal IV secolo in poi), gli spazi furono trasformati e destinati a funzioni diverse rispetto a quelle per le quali essi erano stati costruiti. Dal VI secolo in poi, infatti, i fori furono gradualmente abbandonati e smantellati per recuperarne i materiali edilizi, processo questo, concluso intorno all'anno Mille.Io sarei del parere, primo di completare quelli che sono gli anelli di scorrimento esterni della città di Roma. Poi gradualmente, chiudere al traffico o limitare non solo la via dei Fori Imperiali, ma tutto il centro di Roma che sta soffrendo in modo pauroso. Il degrado degli affreschi e delle sculture in tutta la zona antica dentro le mura, è semplicemente terrificante. Se continua così fra vent'anni rimarrà ben poco
Federico Zeri
Nel Medioevo, l'area del Colosseo vide sorgere abitazioni private, chiese e monasteri, fino alla radicale trasformazione voluta, alla fine del Cinquecento, dal cardinale Michele Bonelli che realizzò il quartiere Alessandrino. Il Foro Romano, invece, fu adibito a pascolo, prendendo il nome di Campo Vaccino.
Il progetto va inserito nell'urbanistica ottocentesca, che nelle grandi città prevedeva l'apertura di ampie strade di collegamento realizzate tramite sventramenti del tessuto edilizio antico. L'idea di riportare alla luce ciò che restava dei Fori Imperiali, sepolti sotto l'edificazione rinascimentale, era già iniziata con alcuni limitati interventi effettuati nell'area del Foro di Traiano.Già nei piani regolatori romani di fine Ottocento e inizio Novecento del secolo scorso, si prevedeva di aprire una strada tra piazza Venezia e il Colosseo, sul tracciato dell'attuale via dei Fori Imperiali
Tra il 1928 e il 1932, durante il ventennio fascista, tornò il progetto della grande arteria di collegamento, cosa che rendeva visibili anche gli edifici imperiali.
La via fu inaugurata da Mussolini il 28 ottobre del 1932 e da quel momento accolse le parate militari del regime. La strada, chiamata via dell'Impero, nel 1945 assunse il nome attuale di via dei Fori Imperiali.Per realizzare via dei Fori Imperiali, furono sgomberati e demoliti tutti gli edifici medievali e moderni che occultavano i resti dei fori, così da favorire il riemergere delle strutture antiche sottostanti
A partire dal 1950, vi si svolge l'annuale parata del 2 giugno in occasione della Festa della Repubblica Italiana.
L'unità dei fori imperiali, era minacciata da questa enorme arteria aperta al traffico automobilistico e ciò, alimentava preoccupazioni anche per la conservazione dei resti archeologici sotto minaccia costante dai gas di scarico.A partire dagli anni Settanta del secolo scorso, si riaccese la discussione sul grande sito archeologico romano
La proposta di smantellamento di via dei Fori Imperiali, aveva anche motivazioni ideologiche, essendo vista come un simbolo dell'epoca fascista. Le aspre polemiche, diedero vita a due schieramenti, uno a favore e uno contro il progetto.
Il problema dei danni derivanti dall'inquinamento atmosferico dovuto all'inteso traffico della strada, fu risolto con la pedonalizzazione, attuata dapprima solo periodicamente su iniziativa del sindaco Luigi Petroselli e successivamente dell'ambientalista Antonio Cederna, proprio nel 1981 (Federico Zeri e la via Appia).
La passeggiata archeologica attuale, divenne definitiva grazie al sindaco Ignazio Marino che, nel 2013, chiuse al traffico privato la metà compresa tra Largo Ricci e il Colosseo.
FOTO DI COPERTINA
Via dei Fori Imperiali chiusa al traffico © Manuela de Santis/Anzenberger/contrasto