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Zeri e l'Albergo dei Poveri di Napoli

A come Arte, 1997

Il Real Albergo dei Poveri o Palazzo Fuga, maggiore palazzo monumentale di Napoli che sorge a Piazza Carlo III, è una delle più grandi costruzioni prodotte dall'illuminismo settecentesco europeo, destinate ad accogliere mendicanti e vagabondi del Regno che non avevano dimora ed occupazione stabile

Tratto dalla serie A come Arte, in questo estratto Zeri racconta le vicende del progetto di restauro dell'Albergo dei Poveri, un intervento lunghissimo e complesso, tutt'oggi in corso. 
La costruzione del Real Albergo dei Poveri fu voluta da Carlo III di Borbone e cominciò nel 1751 su progetto dell’architetto fiorentino Ferdinando Fuga (1699-1782). 
Appena arrivato in città, Carlo III voleva rammodernare il tessuto urbano, che ormai da un secolo era sconfinato fuori le mura, con una serie di opere pubbliche, tra cui il grandioso Albergo dei Poveri che avrebbe dovuto ospitare almeno ottomila persone.

Nonostante le sue dimensioni, oltre centomila metri quadri di spazi, l’opera rimase incompiuta e quello che si vede oggi è solo una parte del progetto originario

Fuga, assistito da Giuseppe Galbiani fino al 1781, alla sua morte fu sostituito da Carlo Vanvitelli (1739-1821) che, impegnato anche nel cantiere di Palazzo Reale, delegò al suo fidato collaboratore Francesco Maresca (1757-1824), responsabile della riduzione del progetto di Fuga, per mancanza di fondi. 

I lavori procedevano a singhiozzo e in base agli stanziamenti, si alternavano periodi di frenetica attività ad altri di fermo

Nel 1803, i lavori per l'Albergo dei Poveri vennero sospesi, ma la struttura cominciava ad espletare le prime funzioni. Ripresero nel 1819 grazie ad una donazione di re Ferdinando I, per essere nuovamente interrotti nel 1829, lasciando incompiuta la chiesa, i cortili interni e la facciata principale.
Oltre allo scopo di proteggere i più deboli, fornire un'istruzione primaria e insegnare un lavoro, tre le varie scuole dell'Albergo dei Poveri, nel 1838 nacquero quelle di musica e per sordomuti assieme a un istituto di correzione minorile che purtroppo fece guadagnare al complesso il nome di Reclusorio.
Tra Otto e Novecento, l'Albergo non riusciva ad auto sostenere le ingenti spese e con l'ennesimo taglio di fondi, le condizioni di vita al suo interno peggioravano, gli ospiti cominciarono ad abbandonarsi all’ozio, a piccoli furti e alla prostituzione.
Varie attività si avvicendarono nei suoi locali, in primis un Centro di Rieducazione e un un Tribunale competente per Minorenni, un cinema, delle officine meccaniche, una palestra, un distaccamento dei Vigili del fuoco e infine anche l'Archivio di Stato civile di Napoli.

Nel 1929, la situazione continuò a peggiorare con il crollo di un'ala e nel 1980, con il terremoto, il distacco di alcuni solai provocò la morte di alcune persone 

Dal 1981, la struttura entrò a far parte del Comune di Napoli e nel 1995, l’Unesco dichiarò l'Albergo dei Poveri Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

Oggi l'edificio si presenta in condizione rovinose, a dir poco. Prima di tutto perché il suo uso orinario è andato lentamente decadendo, in secondo luogo, come molte cose di Napoli e del Regno delle Due Sicilie, è caduto nel disinteresse delle autorità
Federico Zeri

Zeri parla due anni dopo l'intervento dell'Unesco, quando iniziano a susseguirsi molteplici progetto di ristrutturazione, interventi che, ricorda lo studioso, dovrebbero arrivare dai soldi del Lotto, su iniziativa dell'allora ministro Walter Veltroni. 
Lo storico dell'arte chiude il servizio ed auspica che si trovi una collocazione culturale attendibile per il complesso, magari un museo della canzone, della cucina o della moda napoletana.

INFO 
Regione Campania. Real Albergo dei Poveri