Il tuo browser non supporta video HTML5
Nike di Samotracia: il restauro del calco storico
La scultura in gesso conservata al Museo della Scienza di Milano
L'opera riprende al vero la celeberrima scultura di epoca ellenistica (200-180 a.C.) che ritrae la Nike nell'atto di posarsi sulla prua di una nave, parte del santuario dell'isola di Samotracia costruito per celebrare la vittoria della piccola flotta di Rodi contro quella del re siriano Antioco III. Rinvenuta in frammenti nel 1863 e acquistata dal governo francese per il museo del Louvre, dove è oggi conservata, si impose sin dal ritrovamento come una vera e propria icona dell'arte classica.
Nike di Samotracia, Museo del Louvre, Parigi
Molteplici furono i calchi in gesso realizzati per i musei e le accademie d'arte di tutta Europa, una pratica che consentiva agli studenti di cimentarsi nella copia delle opere più famose del passato senza dover affrontare lunghi e costosi viaggi.
La copia presente al Museo della Scienza è stata realizzata in gesso con la tecnica della formatura a tasselli. Busto e gambe sono realizzati in quattro pezzi sovrapposti uno sopra l'altro e poi stuccati, le ali sono ciascuno un unico elemento e si innestano a tassello nel busto all'altezza delle spalle.
IL RESTAURO (2023)
Le condizioni conservative del calco evidenziavano diverse criticità: presenza di depositi superficiali e incoerenti, macchie, graffi, scalfitture e lacune procurati da movimentazioni, fessurazioni e vecchie stuccature e soprattutto preoccupavano dal punto di vista statico. Le ali, in particolare, presentavano crepe sulle connessioni con il busto (specie nell'ala destra) ed erano state già oggetto di precedenti interventi di restauro.
Le docenti e le studentesse della Scuola di Botticino – Valore Italia, con il coordinamento scientifico della Responsabile Conservazione e Restauro del Museo hanno approntato un primo progetto di intervento che prevedeva come prima fase una serie di indagini diagnostiche. Proprio gli esiti di queste hanno spinto a riformulare, in accordo con la competente Soprintendenza, il piano di lavoro relativo alla pulitura. Infatti, eseguendo alcuni tasselli stratigrafici è emersa la presenza di un ulteriore strato di vernice con una forte lucentezza e dalla difficile rimozione. Nonostante con tutta probabilità questa non fosse originale, si è scelto di non eliminare questo strato.Obiettivo era ripristinare la stabilità dell'innesto delle ali e restituire la leggibilità dell'opera intervenendo con una pulitura e un ripristino delle lacune, così da poter esporre adeguatamente la scultura nel Padiglione Aeronavale.
Le grandi dimensioni dell'opera e la continua necessità di manutenzione che avrebbe manifestato un gesso completamente privo di finitura superficiale, destinato all'esposizione, hanno infatti spinto per un'interpretazione conservativa della verniciatura non originale.
Con l’occasione sono state anche effettuate analisi scientifiche qualitative per indagare i materiali costitutivi della scultura.
L'iniziativa si inserisce in un percorso condiviso per promuovere la formazione delle professionalità nel campo della conservazione e del restauro del patrimonio scientifico e tecnologico, settore relativamente recente ma in forte evoluzione e crescita.Questo percorso di conoscenza delle opere ha permesso a restauratori e studentesse di confrontarsi con la molteplicità di variabili da tenere in conto in un contesto concreto come quello del Museo e soprattutto di sperimentare il lavoro di restauro in un ambito differente dal laboratorio, ampliando così le loro competenze di contestualizzazione storica rispetto a un patrimonio complesso e stratificato.
Il restauro a vista, suggerito dalle dimensioni e dalla bellezza dell'opera, è stata occasione per i visitatori di apprezzare e conoscere anche questa dimensione di lavoro del Museo, un dietro le quinte fondamentale per garantire la conservazione e la cura delle collezioni.
Foto di copertina: Calco in gesso della Nike © Museo Nazionale Scienza Tecnologia