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Dürer visto da Giuseppe Zigaina
Dürer in Italia, 1972
La tradizione Gotico-medioevale del Nord Europa, almeno fino al Cinquecento, considerava gli artisti “artigiani”; solo con il Rinascimento italiano, con figure come Michelangelo e Leonardo, il ruolo dell'artista vedrà un primo riscatto. Albrecht Dürer (1471-1528), tuttavia, si comportava e si muoveva da “umanista”, ossia da artista con elevate capacità intellettuali che provenivano proprio dal suo contatto con la cultura italiana approfondita in ben due soggiorni. Nei suoi Autoritratti, Dürer si presenta come un perfetto gentiluomo, sempre agghindato con abiti eleganti e questo, grazie ai viaggi compiuti, tra fine Quattrocento e primi anni del Cinquecento, in Italia e in particolare a Venezia.La vicenda di Dürer mi appassiona in modo particolare da quando ho cominciato a fare acquaforte”
Giuseppe Zigaina, 1972
Nato a Norimberga, Albrecht Dürer era figlio di un orafo, un padre dal quale apprese fin da piccolo l’arte del disegno e dell’incisione su metallo. Le sue stampe divennero strumenti di lavoro fondamentali in tutte le botteghe di artista, in Italia come in Europa; esse furono un veicolo eccezionale di diffusione, al di là delle Alpi, delle invenzioni iconografiche e stilistiche del Rinascimento.
L'elevato numero di dipinti, incisioni, xilografie, disegni, i tre libri stampati sulla geometria, le fortificazioni e la teoria della proporzione umana, collocano Dürer tra gli artisti più prolifici di tutti i tempi, una sorta di Leonardo d’Oltralpe.Dürer fu un artista inquieto e visionario, affascinato dalla matematica e dal mistero degli astri e degli oroscopi
Durante il soggiorno veneziano, ben documentato grazie alle lettere scritte dall’artista all'amico Willibald Pirckheimer, Dürer ebbe modo di immergersi nel clima di una città cosmopolita, tra personaggi colti, estimatori d'arte e musicisti. Ad attirare l’artista erano gli abiti delle donne, i temi mitologici, il clima prolifico di opere d'arte e i grandi Maestri presenti in città, come Carpaccio, Jacopo e Giovanni Bellini.
La vicenda di Dürer ha appassionato Giuseppe Zigaina (1924-2015) fin fa quando ha approcciato l’acquaforte (L'incisione di Giuseppe Zigaina); secondo il Maestro friulano, l’artista del Nord eccelse soprattutto nell’ambito della grafica e dell’intaglio. Zigaina capisce che, come lui con le “ceppaie” (Le ceppaie di Zigaina), Dürer ha guardato la natura nella sua totalità e con estrema freddezza e fedeltà riproduttiva si è posto in “alto” e “a volo d’uccello” ha visto come nel dettaglio di un elemento naturale era contenuto il tutto.
FOTO DI COPERTINA
Giuseppe Zigaina, dettaglio, La mano e il fiore del Dürer, 1977, acquaforte e acquatinta su zinco, 297x270mm