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L'immaginario di Giuseppe Zigaina
Arte in Regione, 1984
L’intervista a Giuseppe Zigaina (1924-2015), nella casa di Cervignano del Friuli è stata realizzata nel 1984 per la rubrica della sede Regionale Rai del Friuli “Arte in Regione”.
Giuseppe Zigaina, Visitazione – Notturno, 1976, acquaforte e acquatinta su zinco, Stamperia Albicocco e Santini, Udine
Anche grazie all’incisione, fin dagli anni Sessanta la ricerca di Zigaina approda ad un’interiorizzazione, uno scavo profondo del suo io dal quale emergono frammenti di realtà fisica legati alla sua particolare vicenda personale. Nella maturità di Zigaina prende corpo anche una ricca produzione di testi letterari attraverso i quali il Maestro restituisce i risvolti nodali di una ricerca enunciata in “Paesaggio come anatomia” (Marsiglio, Venezia, 1995), un testo memorabile di sue riflessioni sul processo creativo dell’incisione (L’incisione di Giuseppe Zigaina). Zigaina restituisce un orizzonte poetico frutto di anni di scavo e indagini esoteriche, psicanalitiche e semiologiche, un’esplorazione autobiografica che a partire dall’infanzia recupera pezzi di “anatomia” fusi in paesaggi lagunari materni.
L’artista ricorda le notti di “oscuramento” durante la Seconda guerra mondiale. Quel buio lo incitava ad uscire e ad andare per campi di notte per guardare la realtà dei colori che, pian piano, emergevano e si definivano anche attraverso le forme. Le ceppaie che dipingeva fin dal suo periodo Neorealista (Le ceppaie di Zigaina) viste nell’oscurità diventavano organismi viventi; nella maturità, infatti, questi elementi naturali verranno trasfigurati nei grovigli di segni forti e intensi dell’acquaforte.
Solo “oggi”, afferma l’artista, si è accorto che i suoi personaggi immersi in un’atmosfera scura e bluastra di dipinti come “Assemblea dei braccianti sul Cormor” (1952) diventano “Viaggiatori notturni”, ossia, “proiezione delle sue fantasticherie” che lo accompagnano nella vita e che trovano immagine nella sua produzione della maturità.
In chiusura, Zigaina riporta un interrogativo dell’amico Pasolini: “che cosa è la realtà”? La realtà, dice Zigaina d’accordo con Pasolini, è condensata in un frammento di pochissimi istanti di vita.
FOTO DI COPERTINA
Giuseppe Zigaina, Visitazione – Notturno, 1976, acquaforte e acquatinta su zinco, Stamperia Albicocco e Santini, Udine
L’artista torna alla sua storia personale, a quel vissuto in parte drammatico che iniziò a tradurre dapprima in immagini “reali”, poi trasformate e sintetizzate in simboli ed emblemi (La pittura di Giuseppe Zigaina).Zigaina cerca di risponde a una domanda che spesso gli viene posta sul perché ha scelto di dipingere e di dedicarsi interamente a quest’attività creativa
Giuseppe Zigaina, Visitazione – Notturno, 1976, acquaforte e acquatinta su zinco, Stamperia Albicocco e Santini, Udine
Anche grazie all’incisione, fin dagli anni Sessanta la ricerca di Zigaina approda ad un’interiorizzazione, uno scavo profondo del suo io dal quale emergono frammenti di realtà fisica legati alla sua particolare vicenda personale. Nella maturità di Zigaina prende corpo anche una ricca produzione di testi letterari attraverso i quali il Maestro restituisce i risvolti nodali di una ricerca enunciata in “Paesaggio come anatomia” (Marsiglio, Venezia, 1995), un testo memorabile di sue riflessioni sul processo creativo dell’incisione (L’incisione di Giuseppe Zigaina). Zigaina restituisce un orizzonte poetico frutto di anni di scavo e indagini esoteriche, psicanalitiche e semiologiche, un’esplorazione autobiografica che a partire dall’infanzia recupera pezzi di “anatomia” fusi in paesaggi lagunari materni.
Senza nessuna retorica o mediazione intellettualistica, Zigaina espone il suo immaginario poetico che, sottolinea, si definì intorno ai sedici anni ("Zigaina. La mia idea del dipingere").All’interno dell’immagine c’è sempre un’altra immagine, c’è sempre un’altra possibilità di riproporsi come immagine, come se dentro un certo linguaggio potesse nascere ancora una volta un altro linguaggio” … Come se, “la irrealtà dell’immagine, potesse in definitiva sdoppiarsi in tante altre irrealtà”
Giuseppe Zigaina, 1984
L’artista ricorda le notti di “oscuramento” durante la Seconda guerra mondiale. Quel buio lo incitava ad uscire e ad andare per campi di notte per guardare la realtà dei colori che, pian piano, emergevano e si definivano anche attraverso le forme. Le ceppaie che dipingeva fin dal suo periodo Neorealista (Le ceppaie di Zigaina) viste nell’oscurità diventavano organismi viventi; nella maturità, infatti, questi elementi naturali verranno trasfigurati nei grovigli di segni forti e intensi dell’acquaforte.
Solo “oggi”, afferma l’artista, si è accorto che i suoi personaggi immersi in un’atmosfera scura e bluastra di dipinti come “Assemblea dei braccianti sul Cormor” (1952) diventano “Viaggiatori notturni”, ossia, “proiezione delle sue fantasticherie” che lo accompagnano nella vita e che trovano immagine nella sua produzione della maturità.
Nel suo immaginario torna anche il racconto del “quadro della sua vita”: si tratta della "Battaglia di San Romano" di Paolo Uccello” che, visto a Firenze, gli procurerà “incubi o sonni” dominati da cerchi legati a una “certa sonorità”. Questi, altro non erano che il ritmo dinamico di un’opera a suo dire “perfetta” da un punto di vista tecnico, stilistico e di contenuto.Ogniuno di noi, ha un suo segreto, ha una sua storia detta e talvolta anche indicibile”
Giuseppe Zigaina, 1984
In chiusura, Zigaina riporta un interrogativo dell’amico Pasolini: “che cosa è la realtà”? La realtà, dice Zigaina d’accordo con Pasolini, è condensata in un frammento di pochissimi istanti di vita.
FOTO DI COPERTINA
Giuseppe Zigaina, Visitazione – Notturno, 1976, acquaforte e acquatinta su zinco, Stamperia Albicocco e Santini, Udine