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Zigaina e la poesia di Pasolini

Zigaina e la poesia di Pasolini

A due anni dalla morte di Pasolini la Compagnia di Gassman organizzava al Teatro Tenda di Roma un convegno di tre giorni per ricordare l’intellettuale barbaramente assassinato.
La Rai, presente con le sue telecamere, realizzò il programma dal titolo omonimo della manifestazione, “Per conoscere Pasolini” introdotto da Enzo Siciliano (1978, a cura di Leandro Lucchetti). 
Nell’inverno del 1977, questa grande celebrazione raccolse le testimonianze di un gran numero di personaggi dell’intellighenzia italiana, amici e anche nemici dell’uomo e artista scomodo che fu Pasolini. 
Tra registi, attori, artisti, letterati, poeti e giornalisti spiccano i nomi di Alberto Moravia, Nanni Balestrini, Ettore Scola, Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Francesco Rosi, Mario Monicelli, Sergio Citti, Massimo Girotti e ancora, Enzo Siciliano, Alberto Abruzzese, Lino Miccichè, Roberto Turigliatto, Marco Vallora e nell’occasione, non mancava Giuseppe Zigaina (1924-2015). 

Malgrado il freddo e la pioggia, il successo è clamoroso, la sala è piena soprattutto di giovani incuriositi e inquieti

Sul palco una passerella di testimoni e critici raccontano un episodio significativo, o avanzano un’interpretazione ideologica per chiarire aspetti e problemi sul modo di fare cinema, sulla religione, o sulla politica di Pasolini. Già alla fine della prima giornata, i giovani in sala abbozzano una ribellione e rivolgendosi ai “capoccioni” sul palco affermano “i morti siete voi”, dato che ancora nessuno aveva parlato dell’omosessualità di Pasolini. 
L’intervento di Zigaina fu breve e molto partecipato. L’artista e sodale compagno di vita premette che conosceva il poeta fin da giovane, dunque meglio di chiunque altro in quella sala. 

Proprio per rispondere ai giovani, della sua vita di omosessuale, del suo grande dramma, della sua tragedia, del suo modo di vivere scontando attimo per attimo tutto ciò che lui ha scontato nella vita, uno se lo vuol conoscere, legge le sue poesie” …  
Giuseppe Zigaina, 1978

Zigaina concludeva affermando che nelle poesie di Pasolini c’era tutta la più “assoluta e graffiante confessione di un uomo”. A due anni dalla morte dell'amico, Zigaina stava già meditando sul perché di quella tragica dipartita e partendo proprio dalle rilettura delle poesie di Pasolini, si accingeva a formulare una sua ipotesi espressa poi in ben sette libri (Zigaina: la morte rituale di Pasolini)
Il breve estratto termina con un repertorio di Pasolini che legge “Un areoplano dove si beve champagne”, tratto dalla raccolta “Poesia in forma di rosa” (1968).