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Zigaina: essere artista oggi
Spazio Aperto, 1983
Per la rubrica “Spazio Aperto” (1983), il giornalista Tullio Durigon intervista in studio Giuseppe Zigaina (1924-2015), su diversi aspetti della sua storia artistica.
Tuttavia, secondo l'artista la crisi di partiti, sindacati e istituzioni che nel Dopoguerra erano "positivi" e che poi si sono burocratizzati, ha creato in Friuli una situazione interessante e vivace da un punto di vista culturale e civile. Per Zigaina, dunque, l’artista non dovrebbe uscire dalla sua condizione ideale come per lui è stato “il suo paesaggio” di Cervignano, perché secondo il Maestro per creare è necessario essere e stare con sé stessi, dentro la propria anima e il proprio vissuto familiare.
Il pittore, che predilige il termine “realismo”, cita a proposito l’opera di Picasso, “Guernica” (1937) e il film di Rossellini, “Roma città aperta” (1945), entrambi emblemi di un impegno politico legato all’ideologia marxista. Zigaina muove una critica rispetto agli atteggiamenti troppo rigidi assunti da questa dottrina, anche da parte del mondo intellettuale:Zigaina spiega il concetto di “Neorealismo”, una poetica che tocca tutta la cultura italiana dell’immediato Secondo Dopoguerra
Mancando il “committente ideale”, Zigaina fa appello “all’interiorità dell’artista”, un atteggiamento che pone questa figura, inevitabilmente, di fronte alla consapevolezza di sé e delle proprie radici.Questo atteggiamento dell’uomo nei confronti della realtà, è venuto a inverarsi in modi diversi e contradittori, talvolta molto contradittori, in vari paesi del mondo e in modo direi, molto critico” … “Questo fatto ha messo l’artista in una condizione, diciamo di crisi totale dei valori”
Giuseppe Zigaina, 1983
Tuttavia, secondo l'artista la crisi di partiti, sindacati e istituzioni che nel Dopoguerra erano "positivi" e che poi si sono burocratizzati, ha creato in Friuli una situazione interessante e vivace da un punto di vista culturale e civile. Per Zigaina, dunque, l’artista non dovrebbe uscire dalla sua condizione ideale come per lui è stato “il suo paesaggio” di Cervignano, perché secondo il Maestro per creare è necessario essere e stare con sé stessi, dentro la propria anima e il proprio vissuto familiare.