Rai Cultura
Bastianino (Sebastiano Filippi, Ferrara, 1528 ca.–1602), Allegoria con Bacco, 1560-80 ca., olio su tela, cm 165 x 127. Ultimo dipinto acquistato dalla Fondazione Carife e come gli altri della collezione, lasciato in deposito alla Pinacoteca. Bastianino, fu più volte impiegato dalla corte estense per opere di decorazione delle residenze ducali. La gaudente figura di Bacco incoronato di fiori e spighe sembra indurre uomini e animali a imitarla. Simboli di lussuria sono la scimmia e la serva nera, mentre la loquace gazza ricorda il potere del vino di sciogliere la lingua. Da una collezione privata belga; acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara nel 2008; di proprietà della Fondazione Estense, in deposito presso la Pinacoteca.
1 / 4
Andrea Mantegna (Isola di Carturo, Padova, 1430 ca. – Mantova, 1506), Cristo con l’animula della Vergine, 1460-64 ca., tempera su tavola, cm 28 x 18. Giunto in Pinacoteca con la collezione Vendeghini, il dipinto costituiva in origine la parte superiore della Morte della Vergine oggi al Prado di Madrid. L’immagine di Cristo fra nubi e cherubini che accoglie in paradiso l’anima della madre completa infatti quella della Madonna giacente compianta dagli apostoli, secondo una particolare iconografia dell’Assunzione della Vergine piuttosto diffusa in area veneta (si veda, Morte della Vergine di Carpaccio). Forse nella cappella del castello di San Giorgio a Mantova, l'opera fu donata alla Pinacoteca nel 1973.
2 / 4
Ercole de’ Roberti (Ferrara, 1450 ca.–1496), San Petronio, 1470-73 ca., tempera su tavola, cm 26 x 14. Il dipinto era in origine uno dei riquadri che decoravano con figure di santi i pilastrini laterali del polittico Griffoni, dipinto da Francesco del Cossa per la basilica di San Petronio a Bologna nel 1470-73. L’artista ferrarese si avvalse della collaborazione del giovane Ercole de’ Roberti, cui fu affidata l’esecuzione degli scomparti minori del polittico e della predella (oggi Pinacoteca Vaticana). Da San Petronio a Bologna, l'opera passa nelle collezioni di Ferrara, ed entra in Pinacoteca nel 1973 con la donazione Vendeghini.
3 / 4
Primo pittore dello studiolo (Angelo Maccagnino?) e Secondo pittore dello studiolo, La musa Erato (?), 1450-55 ca. e 1456-58 ca., tempera su tavola, cm 123,5 x 72. Prima di pervenire alla collezione Struzzi Sacrati e di qui in Pinacoteca, il dipinto era parte della serie raffigurante le muse che decorava lo studiolo della villa di Belfiore, fatto cominciare da Leonello d’Este e ultimato da suo fratello Borso. La figura è, forse, Erato, musa della poesia amorosa che regge in mano un ramo di rose. La parte inferiore della figura, con la straordinaria trovata dello zoccolo che vien fatto dondolare oltre il gradino del trono, è di mano di un artista diverso da quello che ha dipinto il resto della figura e il trono. Villa di Belfiore a Ferrara; collezione Strozzi Sacrati a Ferrara e a Firenze; acquistato dallo Stato per la Pinacoteca Nazionale nel 1992.
4 / 4

Pinacoteca Nazionale. Focus sulla collezione dopo il 1975