Rai Cultura
Isaac de Moucheron, detto Ordonnance, Il Tevere con l’Aventino e il Priorato, 1694-97 ca., olio su tela 51x79cm, Roma, Palazzo Via dei Condotti, Sovrano Ordine di Malta
1 / 16
Attribuito a Paolo Anesi, Veduta del Colle Aventino, del Tevere e Trastevere, olio su tela, 1750 ca., 60x156cm, Roma, Palazzo Via dei Condotti, Sovrano Ordine di Malta. Sulla sponda sinistra, l'Aventino con la chiesa del Priorato, prima dell'intervento di Piranesi (1765) e la Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio; a destra l'Ospizio di San Michele (1735-37) e l’Arsenale voluto da papa Clemente XI (1715)
2 / 16
Giuseppe Vasi, Veduta del Monte Aventino: Chiesa del Priorato, Palazzo dei Cavalieri di Malta, Chiesa di Sant'Alessio, Santa Sabina, Eremitorio di Sant'Anna, Santa Maria e San Giacomo in Cupella, incisione tratta dalla raccolta "Vedute di Roma sul Tevere" (1744-1748), 1748
3 / 16
Giuseppe Vasi, Veduta di Ripa Grande dalla parte opposta (da sud), 1754, acquaforte e bulino. Chiesa del Priorato Cavalieri di Malta, Campanile di Santa Maria in Cosmedin, Cappella di San Luca de Pittori, Ospedale Aplico di San Michele, Carcere per le Donne, Arsenale, Dogana, incisione tratta dalla raccolta "Dalle magnificenze di Roma Antica e Moderna" (1747-1761), libro V, "I Ponti e gli edifici sul Tevere", 1754
4 / 16
Giovanni Maria Cassini, Veduta di San Giovanni di Malta detto il Priorato, acquaforte, 17.5x27cm; da "Nuova raccolta delle megliori vedute antiche e moderne di Roma disegnate ed incise da Giovanni Cassini", Roma, Venanzio Monaldini, 1779
5 / 16
Anonimo, Veduta del Colle Aventino, Villa Magistrale e Chiesa Santa in Aventino, 1766-1848, gouache, Villa Magistrale, Roma
6 / 16
Facciata principale della Chiesa. Villa del Sovrano Ordine di Malta all'Aventino, 1871-1877
7 / 16
Villa del Sovrano Ordine di Malta all'Aventino, Veduta presa dalla sinistra del Tevere, 1870-1880
8 / 16
Villa del Sovrano Ordine di Malta all'Aventino, Veduta presa dalla destra del Tevere, 1870-1880
9 / 16
Facciata Chiesa Santa Maria in Aventino, notazione a penna, "Bureaux, dépôts et Magasins des Ambulances italiennes de l'Ordre de Malte", timbro dello studio fotografico, Fotografia Montabone, Piazza di Spagna, n. 9, Roma, 1879 ca.
10 / 16
Vista laterale Chiesa Santa Maria in Aventino, 1879 ca.
11 / 16
Interno navata della Chiesa Santa Maria in Aventino, 1879 ca.
12 / 16
Interno Chiesa Santa Maria in Aventino, Baldacchino del Gran Maestro, 1879 ca.
13 / 16
Chiesa Santa Maria in Aventino, interno, 1926
14 / 16
Veduta Villa Magistrale e Chiesa Santa Maria in Aventino, da un'arcata del Nuovo Ponte Sublicio sulla riva destra del Tevere, 1926
15 / 16
Veduta notturna di Villa Magistrale e Chiesa Santa Maria in Aventino, dalla destra del Tevere, realizzata per la festa di San Giovanni Battista, il 24 giugno del 1936
16 / 16

Paesaggi vedute e cartoline del Complesso dell'Ordine di Malta

Due secoli e più di storia

Il complesso di Villa Magistrale del Sovrano Ordine di Malta, con la Chiesa di Santa Maria in Aventino, che trova dimora da molti secoli sull'antico colle di Roma, è da sempre un monumento di grande interesse culturale che nella storia è stato oggetto di moltissime riproduzioni, tele ad olio, incisioni e fotografie 

Questa gallery fotografica propone alcune immagini storiche create, tra fine Seicento e primi Novecento, sull'Aventino, colle dell'antica storia romana con le sue rovine dissepolte, i monasteri e le chiese. Il fascino per questo luogo che si erge lungo le rive del Tevere, inizia prima dell'intervento di Piranesi nel Complesso di Villa Magistrale (Piranesi e l'Aventino, mostra del 1998, che ha ospitato parte di queste immagini), come già visibile in alcune riproduzioni di Cinque Seicento. 
La tela dell'artista olandese Isaac de Maucheron (1667–1744), Il Tevere con l’Aventino e la chiesa del Priorato (foto n. 1), è una veduta inquadrata dal Porto di Ripa Grande. Il giovane artista in tour a Roma e appassionato di paesaggio, propone una veduta oggettiva, quasi topografica, prova dell'influenza del vedutista olandese Gaspar van Wittel (1653–1736), vissuto tra Napoli e Roma (padre dell'architetto Luigi Vanvilelli), le cui ampie viste panoramiche del Tevere, realizzate a inizio Settecento, anche con camera ottica, erano molto contese dal patriziato romano. I paesaggi veri, di  tradizione nordica, erano stati introdotti nella Roma barocca da un altro olandese, Cornelis van Poelenburgh (1594/95-1667), pittore del gruppo nord-europeo dei Dutch Italianates, che in Italia e soprattutto a Roma, apprese dagli artisti locali l'introduzione di piccole figure e rovine. Come van Wittel, anche de Maucheron restituisce dettagli di vita quotidiana per rendere la scena più credibile, ma rispetto ai paesaggi veritieri della campagna di Tivoli, in quest'opera de Maucheron tentenna tra visione di fantasia arcadica e veduta reale. De Moucheron restringe il cielo e concentra il paesaggio in dettagli orografici, come il Clivo Publicio romano, antico accesso al colle della plebe e le saline, intuibili a sinistra sopra il gruppetto di astanti. L'olio risale probabilmente al soggiorno romano dell'artista (1697-98), dato il forte contrasto luminoso tipico della pittura tardo Barocca. 


Gaspar van Wittel, Il Tevere e Castel Sant'Angelo, olio su tela, primi anni del '700

Attribuita a Paolo Anesi (1700 ca.–1761), la tela Veduta del Colle Aventino, del Tevere e Trastevere (foto n. 2), di formato allungato, forse un sopraporta, è stata realizzata poco prima dell'intervento di Piranesi al Priorato. L'artista mostra luoghi riconoscibili (Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio; Ospizio di San Michele; Arsenale) e a parte il  leggero restringimento del Tevere, utile a fare spazio alla rappresentazione di più edifici, il paesaggio privo di storia antica è riferito, ancora una volta, a van Wittel. Tra veduta oggettiva e arcadia settecentesca, questo tipo di opere, molto richieste da collezionisti e mecenati romani e stranieri, avranno fortuna fino ai primi anni dell'Ottocento con l'arrivo in Italia di Corot (La sublime Italia nel Grand Tour dei pittori, in Neoclassicismo). 


Giuseppe Vasi, Veduta del Monte Aventino, dettaglio, pubblicata nella raccolta Veduta di Roma sul Tevere, 1744- 48

Ancora due incisioni documentano il Complesso del Priorato, prima dell'intervento di Piranesi (detto "Priorato de Cav. Gerosolimitani"; La storia secolare del Sovrano Ordine dei Cavalieri di Malta), sono del siciliano Giuseppe Vasi (1710-1782), che con l'artista veneto, è considerato uno dei maggiori vedutisti e incisori della scena romana del Settecento. Vasi, formato sui testi classici latini e sui manuali di architettura e topografia, apprendeva così le regole della veduta da cui poi trarre l'incisione. L'artista inoltre, frequentava la ricca collezione Corsini e nella Roma del tempo, entrava in contatto con i modelli olandesi e veneziani di Marco Ricci e Canaletto. La straordinaria capacità incisoria di Vasi nel rendere molteplici passaggi tonali, dal nero ai grigi velati, attrasse il giovane Piranesi che, arrivato a Roma, andò nella sua bottega ad apprendere la tecnica. Vasi dedicò varie vedute all'Aventino e al Priorato: Veduta del Monte Aventino (foto n. 3), pubblicata nella raccolta Veduta di Roma sul Tevere (1744- 1748), mostra il Priorato in lontananza, in alto a destra, mentre Veduta di Ripa Grande dalla parte opposta (foto n. 4), riproduce in maniera  esaustiva la struttura cinquecentesca della chiesa del Priorato. Quest'ultima incisione, tratta "Dalle magnificenze di Roma Antica e Moderna" (1747-1761), pubblicata a più riprese, è inclusa nel V volume del 1754 dedicato ai ponti, un itinerario della città vista dalle rive del Tevere, da Ponte Mammolo, a Ripa Grande. L'ambiziosa raccolta di circa 200 tavole e 10 volumi tematici, documentava anche porte, piazze, palazzi, strade e altro.    


Giovanni Maria Cassini, Veduta di San Giovanni di Malta detto il Priorato, 1779, dettaglio

Due vedute della Chiesa del Priorato, dopo l'intervento di Piranesi, mostrano con dovizia di particolari l'originale facciata ultimata con un fastiggio, realizzato ex novo dall'architetto, sopra il frontone sommitale (Piranesi e la Chiesa di Santa Maria in Aventino). L'incisione di Giovanni Maria Cassini (1745-1824), artista poco conosciuto e felice erede della tradizione piranesiana, Veduta di San Giovanni di Malta detto il Priorato (foto n. 5), appartiene alle 80 tavole pubblicate nella "Nuova raccolta delle megliori vedute antiche e moderne di Roma disegnate ed incise da Giovanni Cassini", pubblicata nel 1779 .
Nel 1849, questa sorta di paratia frastagliata, riccamente fregiata con araldica della famiglia papale Rezzonico, venne danneggiata delle truppe francesi nell'assedio di Roma e così fu demolita. È opinione diffusa che la perdita del fastiggio sia di scarso rilievo ai fini dell'apprezzamento dell'opera. Piranesi, che aveva già progettato la struttura a capanna della chiesa, con l'aggiunta del fastiggio, voleva forse innalzare l'edificio per renderlo visibile dal Tevere o anche, arricchire ulteriormente la facciata emulando gli antichi attici posti sopra i monumenti celebrativi che accoglievano iscrizioni e stemmi. Indubbiamente, il fastiggio accentuava lo stile ornamentale e un po' egizio della chiesa che attirò le critiche dei suoi contemporanei. È vero che Piranesi cancellava così l'impianto vagamente neoclassico dell'attuale prospetto a capanna del monumento. 

Sulla facciata della chiesa si vedono due tondi o scudi, non leggibili, ma possibilmente, uno è lo scudo del Santo Padre Clemente XIII, in visita il 20 ottobre del 1766, per vedere il complesso di Villa Magistrale a lavori ultimati
Valérie Guillot, storica dell'arte dell'Ordine di Malta

Anche la piccola gouache di anonimo, Veduta del Colle Aventino, Villa Magistrale e Chiesa Santa in Aventino (foto n. 6), restituisce la chiesa di Piranesi con fastiggio. Stilisticamente riferibile al secondo Settecento, una serie di dettagli rilevati dalla storica dell'arte Valérie Guillot dell'Ordine di Malta (Piranesi torna alla luce), colloca questa gouache, tra il 1766, data di ultimazione della chiesa e il 1848, prima dell'abbattimento del fastiggio. Inoltre, "la passeggiata visibile al primo piano conferma che all’epoca della gouache c’era ancora il passaggio che permetteva, camminando sul lungotevere Aventino, antica via Marmorata, di salire davanti alla chiesa per raggiungere Piazza Cavalieri di Malta, ed evitare così un’area paludosa. All’epoca, tutto il viale era passeggiata pubblica e fu privatizzata dall’Ordine alla fine dell’Ottocento" (Valérie Guillot). 

Dopo metà Ottocento, il Complesso del Priorato torna soggetto di alcuni scatti fotografici che restituiscono momenti di storia dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, assieme ai primi radicali cambiamenti urbanistici che daranno a Roma l'assetto di capitale d'Italia. Roma perdeva per sempre il suo straordinario paesaggio stratificato di storia, con i suoi monumenti antichi a cielo aperto ovunque disseminati che, nel Settecento, era stato catturato da artisti provenienti da ogni parte 

Facciata principale della Chiesa. Villa del Sovrano Ordine di Malta all'Aventino (foto n. 7), inquadra la chiesa del Priorato di lato, una tipica prassi della foto di architettura Alinari che così, catturava più dettagli in un unico scatto. Lo stemma di Fra' Giovanni Battista Ceschi a Santa Croce (1827–1905), sopra la porta della chiesa, è un utile indizio per prevedere la data dello scatto, tra il 1871 e il 1877. Ceschi, luogotenente (1871) e poi Gran Maestro dell'Ordine (1879-1905), tra il 1876 e il '77, fu il fondatore dell’Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta, per mezzo del quale l’Ordine amministrava e gestiva le proprie strutture ospedaliere e di beneficenza sul territorio della penisola.
Villa del Sovrano Ordine di Malta all'Aventino, due vedute  dalla sinistra (foto n. 8) e dalla destra del Tevere (foto n. 9), mostrano il Complesso e parte dell'accesso dalla passeggiata. Dalle caratteristiche dell'albumina, le due foto potrebbero essere state eseguite fra il 1870 e il 1880, o forse, contemporanee di un altro scatto,  Facciata della Chiesa Santa Maria in Aventino (foto n. 10), del quale molti indizi consentono di dedurre una data più precisa. Il testo a penna in francese, “Uffici, depositi e magazzini delle Ambulanze italiane dell’Ordine di Malta”, dice che Villa Magistrale era divenuta deposito del materiale del corpo di soccorso italiano (attuale CISOM), fondato dal Maestro Ceschi nel 1877. La fotografia potrebbe essere parte in una campagna fotografica organizzata nel 1879, in occasione del riconoscimento di Ceschi a Gran Maestro da parte del Santo Padre, giuramento avvenuto nella Chiesa del Priorato. Elementi a favore di questa ipotesi, i due piccoli cipressi a lato della scalinata di accesso, piante ornamentali piantate per l'occasione, che non appaiono nelle fotografie di qualche anno prima (foto n. 7). Infine, il timbro del prestigioso Studio Montabone di Piazza di Spagna (di Luigi Montabone, morto nel 1877), nel 1879 era sotto la direzione di Giacomo Borelli e dal 1892 si trasferiva a via Nazionale.
Anche lo scatto Vista laterale della Chiesa Santa Maria in Aventino (foto n. 11) e i successivi due interni (foto n. 12 e  n. 13) potrebbero far parte della campagna fotografica del 1879 per la nomina a Gran Maestro di Ceschi. All'epoca, sulle lesene tra le nicchie della navata, erano posti gli stemmi della croce ottagona bianca su fondo rosso (foto n. 12), in uso da più di 400 anni per indicare le molteplici attività umanitarie dell’Ordine di Malta. 
Nell'archivio dell'Ordine, la storica dell'arte dottoressa Guillot, ha trovato notizie di una campagna fotografica del 1926, realizzata nel Complesso di Villa Magistrale dallo Studio Felici, appartenuto a Giuseppe Felici (1839–1923) nominato, a fine Ottocento, "fotografo pontificio" e pertanto, sicuramente a contatto con l’Ordine di Malta. Questo fatto, fa supporre che L'interno, Chiesa Santa Maria in Aventino (foto n.14), appartenga a questa campagna fotografica. La foto risale al regno del Gran Maestro Fra’ Galeazzo von Thun und Hohenstein (1905-1931), infatti nella nicchia di destra non c'è ancora la lastra marmorea funeraria del suo busto (visibile oggi), ma una semplice pietra tombale con croce nera. Negli interni della chiesa di fine Ottocento inoltre, non è ancora presente il nuovo pavimento a scacchi, visibile nel 1926. 
Veduta di Villa Magistrale e Chiesa Santa Maria in Aventino, dalla riva destra del Tevere, sotto un'arcata del Nuovo Ponte Sublicio (foto n. 15), è probabilmente un altro scatto dello Studio Felici, che voleva mostrare il Complesso di Villa Magistrale in occasione del compimento dei muraglioni sul Tevere, proprio nel 1926. Con un taglio fotografico molto audace, il fotografo dell'epoca restituiva questa cartolina dell'Aventino con il cavalletto sulla riva destra del fiume, sotto un'arcata del Nuovo Ponte Sublicio. 

Questo bianco e nero un po' ingiallito mostra i nuovi muraglioni, alte mura che dettano la fine delle antiche rive del fiume romano, un Tevere che fra Sei e Settecento era stato il  soggetto prediletto dei paesaggisti 

Chiude la gallery una vera e propria cartolina suggestiva, Veduta notturna di Villa Magistrale e Chiesa Santa Maria in Aventino, dalla destra del Tevere (foto n. 16), realizzata nel 1936, per la festa di San Giovanni Battista che ricorre il 24 giugno.

Rai Web Cultura ringrazia
Sovrano Ordine di Malta
e Dottoressa Valérie Guillot