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Il ritorno in Spagna
Dal Surrealismo al realismo sociale
Nel 1936 scoppia la guerra civile spagnola che causerà più di un milione di morti. Buñuel gira una serie di pellicole per conto del Governo Repubblicano tra cui España 36, una voluminosa testimonianza storica di quegli anni. Quando la Repubblica cade, non può far altro che scappare di nuovo e dare il via ad un secondo esilio, lungo e molto più doloroso del precedente.
Nel 1947 è in Messico che a Buñuel piace perché gli ricorda la Spagna, nella lingua, nell'architettura, nei modi. Qui realizza un buon numero di film commerciali (le commedie Gran Casinò, Il grande teschio) ma anche Los Olvidados, ovvero I figli della violenza del 1950 di cui scrive anche la sceneggiatura. Gli autori del filmato sono andati a trovare Gabriel Figueroa, direttore della fotografia di questo ed altri film del regista spagnolo, grande esperto di riprese in bianco e nero.
A differenza di altri registi con cui avevo lavorato, che mi chiedevano una fotografia leccata ed esteticamente bella, Buñuel pretese invece una fotografia legata alla realtà che lui esprimeva sullo schermo
Gabriel Figueroa
Il Bruto del 1952, Lui del 1953 e Estasi di un delitto del 1955, dove mette sotto accusa la società borghese e i suoi tabù, precedono un altro film importante della carriera del Maestro: Nazarin, vincitore nel 1959 a Cannes del Premio Internazionale e segnato dall'incontro di Buñuel con l'attore Francisco Rabal che da quel momento diventa uno dei suoi interpreti preferiti.
Buñuel è un uomo con una doppia faccia. All'apparenza scorbutico, ostico, legnoso. In realtà timido, molto sensibile, addirittura sentimentale
Francisco Rabal
I toni diventano sempre più ossessivi con le pellicole successive. Viridiana, realizzato nel 1961 in Spagna, vincitore della Palma d'oro a Cannes come miglior film, è il ritratto di un personaggio che incarna una virtù ipocrita perché la carne è destinata a vincere sempre il confronto con la spiritualità. L'anno dopo gira in Messico un altro capolavoro della sua maturità artistica, L'angelo sterminatore (1962). Gli ospiti di una lussuosa villa rimangono inspiegabilmente isolati dal mondo esterno, una forza che ha del diabolico impedisce loro di uscire dal perimetro dorato della grande casa. Le porte dell'inferno si chiudono su un'umanità cinica e viziosa. E' del 1965 Simon del deserto, la storia di uno stilita.