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La diva Monroe

A 60 anni dalla scomparsa

La chiamavano Marilyn, Marilyn Monroe. Bellissima, seduttiva, femminile. Una delle stelle più splendenti della storia di Hollywood. Un volto unico, un corpo che non si poteva ignorare. A 60 anni dalla sua scomparsa, Marilyn Monroe sembra essere più viva che mai. Il suo viso è ovunque. Come un’icona, un simbolo, un quadro battuto all’asta per milioni di dollari. O uno dei celebri multipli che Andy Warhol le dedicò. Il suo modo di camminare era unico. Sembrava dire: guardami. Il personaggio di Marilyn Monroe è stato così speciale nella storia del cinema, da travalicare ogni significato che non fosse quello di se stessa. Una delle più grandi star di Hollywood. Tanto che se ne parla ancora oggi. Perché Marilyn era "La Diva" per eccellenza. Il viso, lo sguardo, la bocca.

Sono egoista, impaziente e un po’ insicura. Commetto errori, sono fuori controllo e allo stesso tempo difficile da gestire. Ma se non sei in grado di gestire il mio lato peggiore, non sarai certamente in grado di gestire quello migliore
Marilyn Monroe

Si chiamava Norma Jean Baker ed era nata il 1 giugno 1926 a Los Angeles. Faceva l’operaia in una fabbrica di paracaduti quando nel 1945, fu notata da un fotografo che era andato a fare un servizio sulle giovani lavoratrici. Cominciò tutto così. Poi alcuni lavori da modella e l’anno successivo, il 1946, gli Studios la ribattezzarono per sempre Marilyn Monroe. Due anni di gavetta e arrivò il primo film importante, Giungla d’asfalto di John Huston, del 1948. In seguito girò Eva contro Eva, di Joseph L. Mankiewicz del 1950. Nel 1952 recitò nel film di Fritz Lang, La confessione della signora Doyle.

Nel 1953 tre film che la consacrarono: Niagara di Henry Hathaway; Gli uomini preferiscono le bionde di Howard Hawks, dove dimostrò di saper ballare e cantare, e Come sposare un milionario di Jean Negulesco.  Aveva 27 anni. Seguì La magnifica preda di Otto Preminger nel 1954. E Quando la moglie è in vacanza di Billy Wilder del 1955, con la famosa scena dell’abito bianco che viene sollevato dagli sfiatatoi dell’aria condizionata. Quel vestito, entrato nell’immaginario degli uomini di tutto il mondo, è stato venduto all’asta per 5,5 milioni di dollari. E questo dice molto del culto di Marilyn. Lei invece aveva un rapporto molto libero col denaro. Una volta dichiarò:

Non sono interessata al denaro, voglio solo essere meravigliosa
Marilyn Monroe

Poi Fermata d’autobus di Joshua Logan del 1956. Il principe e la ballerina di Laurence Olivier del 1957, unico film prodotto dalla sua casa di produzione. Nel 1958 A qualcuno piace caldo di Billy Wilder. Nel 1960 Facciamo l’amore di George Cukor. L’ultimo film fu Gli spostati di John Houston del 1960.

La voce di Marilyn era quella di una bambina. Forse cercava protezione. Aveva avuto un’infanzia infelice. Una madre psichicamente fragile, un padre assente, diverse famiglie affidatarie. Si era sposata tre volte ma si era sempre sentita sola. Adorava Jean Harlow, la grande diva degli anni Trenta, si era ispirata a lei nella creazione del suo personaggio, specialmente per i capelli platinati. Marilyn era castana naturale. Amava leggere. Era una ferma sostenitrice dei diritti civili. Quando la sua amica Ella Fitzgerald ebbe problemi con la direzione del noto locale Mocambo di Hollywood, Marilyn promise al proprietario che sarebbe andata ad ascoltarla tutte le sere, se gli avesse offerto un contratto. A quei tempi infatti i cantanti di colore non potevano esibirsi dal vivo. La Fitzgerald fu scritturata. E Marilyn onorò il patto. Sulla vita privata di questa donna fragile si è speculato fin troppo. Tutti quelli che l’hanno conosciuta concordano su una cosa: aveva un grande bisogno di affetto e di attenzioni.

Quando ero piccola nessuno mi diceva mai che ero carina. Bisognerebbe dirlo a tutte le ragazzine, anche se non lo sono
Marilyn Monroe

Desiderava diventare madre ma non ci è mai riuscita. Aveva cercato sempre di migliorarsi, di studiare recitazione, di capire se stessa andando per anni in analisi. Tutto quello che non le è riuscito nella vita privata, lo ha ottenuto diventando Marilyin. Un mito. Ma i miti, come gli eroi, muoiono giovani.

La mia candela brucia alle due estremità, non durerà tutta la notte. Ma nessuno di voi gioiosi amici e preziosi nemici, nessuno di voi può immaginare, quanta luce mi dà, che splendore divino…
Edna Saint Vincent Millay

Nel filmato che vi proponiamo, lo storico incontro nel 1959 a New York tra la diva americana e la grande Anna Magnani. Cerimoniere Ruggero Orlando.