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Steve Mc Queen, la superstar

A 90 anni dalla nascita

Una carrellata di immagini della vita e della carriera di un attore americano tra i più amati dal pubblico. Steve Mc Queen, soprannominato Il re del cool. Fascinoso, sprezzante del pericolo sul set e nella vita reale, protagonista delle cronache mondane e icona del maschio per eccellenza.

Cresciuto nella fattoria dello zio nel Missouri, una madre distratta e assente, l’infanzia di Steve è turbolenta.  La violenza della strada, dove scorrazza insieme ad altri coetanei perdigiorno, minaccia di bruciarlo. Finché i servizi sociali non lo spediscono alla Boys Republic di Chino, in California. L’esperienza nel campus per ragazzi “difficili” lo salva, insegnandogli come riprendere in mano il suo destino e farlo girare nel verso giusto. Quando ne esce, a 16 anni, sa cosa vuole. Si adatta a fare i lavori che trova, dal boscaiolo al venditore di cianfrusaglie finché, nel 1947, decide di entrare nel Corpo dei Marines dal quale viene dimesso tre anni dopo con tutti gli onori.  
Ha 25 anni, è bello, forte ed ambizioso e i fasti di Hollywood gli strizzano l’occhio. Così torna in California per cercare fortuna. 

Ho imparato che la vita è una strada lunga e difficile da percorrere, ma non bisogna fermarsi o si rischia di rimanere ai margini.
Steve Mc Queen

Il primo ruolo da protagonista glie lo affida il regista Irvin S. Yeaworth Jr. nel 1958 nell’horror fantascientifico The Blob, che in Italia, parecchi decenni dopo, ispirerà Enrico Ghezzi nell’ideazione dell’omonimo programma cult di Rai TRE. 
Sarà però la televisione a dare al giovane Steve la fama dei rotocalchi grazie alla sua interpretazione del cacciatore di taglie Josh Randall nella fortunata serie della CBS Wanted, dead or alive  E’ nata una stella. Il cinema la rende ancor più brillante quando nel 1960 il regista John Sturges lo scrittura nel cast della mega produzione del western I Magnifici Sette e gli dà l’opportunità unica di lavorare fianco a fianco con quattro delle star più quotate del momento: Yul Brynner, Robert Vaughn, Charles Bronson, James Coburn.
Seguono altri action movies e tanti western, da La Grande fuga (1963) a Cincinnati Kid (1965), da Nevada Smith (1966) fino alla pellicola di Robert Wise, Quelli della San Pablo che gli vale la prima nomination all’Oscar come migliore attore protagonista. 

Steve sale un altro gradino verso l’empireo nel 1968 quando è Frank Bullitt, un ruolo che lo consacra definitivamente una superstar di Hollywood. Del film resta famosa la scena dell’inseguimento automobilistico. Steve Mac Queen guida personalmente la Ford Mustang verde metallizzato di Bullitt rifiutando di lasciare il piacere allo stuntman che la produzione, per motivi assicurativi, gli vorrebbe imporre e la lancia in frenate e testacoda spettacolari. Una delle sequenze mitiche della storia del cinema americano.Da star a sex symbol il passo è breve. Steve lo realizza sempre nel 1968 con la pellicola Il caso Thomas Crown, diretto da Norman Jewison che  gli affianca la splendida Faye Dunaway.

Negli anni Settanta Mc Queen è al culmine della gloria e uno degli attori più pagati al mondo. E’ il momento per lui di realizzare i sogni tenuti nel cassetto da quando era un ragazzo. Primo fra tutti girare un film dedicato al mondo delle corse automobilistiche, la sua vera passione da sempre.
Le 24 ore di Le Mans (1971) a tutt’oggi è considerato il film più realistico mai realizzato sul mondo delle auto da corsa anche se rappresentò, soprattutto per Steve Mac Queen che ci aveva investito molti milioni, una vera debacle, prima di tutto economica. Al fiasco del titolo al botteghino si aggiunse il primo atto di un dramma personale che segnerà la sua vita come un marchio: la scoperta di avere un male incurabile.

Dopo Le Mans riprende con fatica il lavoro, alternandolo alle devastanti sedute di chemioterapia. Nel 1972 recita in Getaway insieme all’attrice Ali Mac Graw che diventerà la sua seconda consorte, e nel 1973  in Papillon con Dustin Hoffman, tratto dal fortunato romanzo autobiografico di Henri Charrière, pubblicato in Francia nel 1969. 
E’ del 1974 il colossal catastrofico L’Inferno di Cristallo. Un successo strepitoso (8 nomination all’Oscar e tre statuette vinte) e uno dei film con il maggior incasso dell’epoca grazie anche ad un cast d’eccezione: Paul Newman, William Holden, Fred Astaire, Faye Dunaway, Jennifer Jones.

Ma la malattia, nonostante la guerra che l’attore le fece per nove lunghi anni, non lo lascia. Steve Mc Queen muore a 50 anni, il 7 novembre 1980. Destinato a rimanere per sempre un’icona.