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Il cinema nazionalpopolare

Alberto Castellano

Usata spesso in tono sminuente, come etichetta di un "cinema basso" o comunque non marcatamente autoriale, la definizione nazionalpopolare in realtà indica letteralmente un cinema insieme "nazionale" e "popolare", ed in particolare, le pellicole che in quel periodo venivano prodotte negli studi di Cinecittà, la Hollywood nostrana, destinati ad avere successo sul grande pubblico e a fare incassi al botteghino, vitali per l'industria del settore.

In questa pillola, il critico cinematografico Alberto Castellano, spiga come, soprattutto il genere della commedia, sia quella "alta" di Risi, Monicelli, Age e Scarpelli (interpretata dai "quattro mostri" Sordi, Gassman, Manfredi e Tognazzi), sia quella "bassa" del filone erotico-scolastico o "di caserma", giochi un ruolo fondamentale dal punto di vista della lingua.

Alberto Castellano, saggista e critico cinematografico, ha scritto per Il Mattino di Napoli, attualmente, collabora con il settimanale Film TV e il supplemento de Il Manifesto, Alias. Ha fatto parte di giurie Fipresci (La Federazione della Critica Internazionale) in numerosi festival (Venezia, Ginevra, Lecce, Cluj, Salonicco, Karlovy Vary, Lubiana, Rotterdam, Locarno).

Nello Speciale La lingua del cinema italiano sono presenti anche i seguenti video:

- Il neorealismo
- I dialetti nel cinema
- Il caso Totò
- Il doppiaggio
- Modelli linguistici
- Il cinema di genere
- Il cinema d’autore
- Il cinema italiano, oggi
- Influenza sulla lingua