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Ricordando Ettore Scola: "Ballando ballando"
10 maggio: a 90 anni dalla nascita
Per la particolarità del suo cinema che è quella di lasciare degli spazi al pubblico, spazi di riflessione autonoma nei quali ognuno può trovare se stesso, i propri sogni, impulsi, desideri, delusioni. È considerato uno dei massimi registi italiani, per molti un maestro
Con questa motivazione, il 21 febbraio del 2001, Ettore Scola riceveva la medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte a coronamento di una carriera di successi e di premi: dalla Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1976 per la regia di Brutti, sporchi e cattivi al César per C'eravamo tanto amati, miglior film straniero nel 1977, dal David di Donatello e il Golden Globe del 1978 per la regia di Una giornata particolare fino al Premio Jaeger-leCoultre Glory to the Filmmaker per Che strano chiamarsi Federico nel 2013. Senza dimenticare le quattro nomination all'Oscar, i tre Ciak d'oro vinti nell'87 per La famiglia e quello alla carriera nel 2013.
Avellinese di Trevico, Scola nasceva 90 anni fa, il 10 maggio 1931. Romano d'adozione - la famiglia si trasferisce nella capitale poco dopo la sua nascita - abita all'Esquilino. Giovanissimo disegna vignette umoristiche che pubblica sulla rivista "Marc'Aurelio", una delle più popolari riviste satiriche del Paese, dove conosce Federico Fellini. Tra i due nascerà una solida amicizia che durerà tutta la vita e che Scola racconta nel suo ultimo film, realizzato nel 2013: Che strano chiamarsi Federico.
Dopo un decennio in cui si dedica a scrivere sceneggiature per le commedie all'italiana (tra cui Un americano a Roma, Il conte Max, Il sorpasso), spesso incrociando la penna con quella di Ruggero Maccari, nel 1964 esordisce dietro alla macchina da presa, firmando la regia di Se permette parliamo di donne con Vittorio Gassaman e Giovanna Ralli. Il successo arriva nel 1974 con il film considerato il suo capolavoro, dedicato a Vittorio De Sica: C'eravamo tanto amati che ripercorre un trentennio di storia italiana attraverso le vicende di un gruppo di amici interpretati da Gassman, Nino Manfredi, Stefania Sandrelli e Stefano Satta Flores. Oltre agli indimenticabili cammei di Mastroianni, Fellini, Mike Buongiorno, Aldo e Lella Fabrizi.
Diventato ormai un maestro di fama internazionale, Scola continua a produrre opere molto apprezzate da pubblico e critica, sia in Italia che all'estero, a partire da Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) del 1970 con Monica Vitti, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini, la commedia grottesca Brutti, sporchi e cattivi nel 1976, due episodi del film collettivo I nuovi mostri nel 1977, ma soprattutto Una giornata particolare nel '77 e La terrazza nel 1980. Nel 1988 esce nei cinema Splendor e l'anno dopo Che ora è, entrambi interpretati da Marcello Mastroianni e Massimo Troisi.
Ettore Scola dietro alla macchina da presa
Rai Cultura, in occasione del 90° anniversario della nascita di Ettore Scola, vuole ricordarlo proponendo la visione del film Ballando Ballando, realizzato dal regista nel 1983, candidato all'Oscar come Miglior film straniero, vincitore di due David di Donatello per il Miglior film e la Migliore regia, Orso d'argento al Festival di Berlino e tre premi César, tutto nel 1984.
La storia, che si svolge interamente in una sala da ballo parigina ricostruita a Cinecittà, attraversa gli anni dal 1936 (Fronte popolare) all'occupazione tedesca della capitale francese e, passando per gli anni dall'immediato dopo-guerra a quelli della contestazione sessantottina, si conclude negli anni Ottanta. La musica e i costumi sono i veri protagonisti della pellicola che non ha dialoghi ma ricostruisce le atmosfere e gli umori di quasi mezzo secolo di storia europea attraverso le hit musicali e la moda delle diverse epoche.
Amo ambientare le mie storie in ambienti angusti, in piccoli spazi. Non faccio film d'azione e stare in un ambiente chiuso mi permette di stare più addosso ai miei personaggi e a quello che pensano
Ettore Scola
Una scena del film "Ballando ballando" di Ettore Scola (1984)