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Regista next generation

Emanuele Pisano: corti e videoclip

Giovane e talentuoso, uno dei rappresentanti più promettenti della next generation dei registi italiani, Emanuele Pisano ha raggiunto la notorietà e la maturità artistica nel circuito dei corti cinematografici, ottenendo importanti riconoscimenti tra cui il premio come miglior corto al Taormina Film Fest nel 2009 con Rec Stop & Play, il Premio Alice, un corto per il David nel 2008 con il film Pena, esclusione di vita e la nomination al David di Donatello 2021 per il miglior cortometraggio dell’anno L’oro di famiglia che si è già aggiudicato il premio Rai Cinema Channel all’Ortigia Film Festival, ricevendo inoltre più di 30 premi in festival nazionali ed internazionali ed è stato selezionato dalla Federazione Italiana Cinema d’Essai (FICE) per l’iniziativa Cortometraggi che passione.

Il cineasta siciliano ha dimostrato le sue capacità e la sua inventiva anche cimentandosi con la regia di numerosi videoclip musicali, il genere cui molti giovani registi sempre di più si dedicano, tra cui quelli realizzati per i cantanti Ultimo, Briga, Mostro, Lowlow e Gianluca Grignani.

In questa intervista realizzata da Rai Cultura, Pisano spiega cosa lo ha spinto ad intraprendere il mestiere di regista e cosa significa per lui stare dietro ad una macchina da presa.

Per me fare il regista significa essere una sorta di direttore d'orchestra perché è un lavoro che ti permette sicuramente di gestire delle persone ma anchedi gestire delle emozioni. E' importante avere nervi saldi ma allo stesso tempo avere la possibilità di gestire le proprie emozioni senza imbrigliarle troppo per trasmetterle sia alla troupe che al racconto stesso

Gli inizi da autodidatta e poi l'università hanno dato a Emanuele la consapevolezza di cosa significhi fare il regista. Il suo primo modello di riferimento è stato Gabriele Muccino, un idolo, un'ispiratore.

Quando sei piccolo è importante avere un idolo. Mio zio faceva musica per i film di Muccino quindi io sono diventato un suo fan: volevo fare mio quello che faceva lui, soprattutto nel modo di far recitare gli attori, di muovere la telecamera

Di strada ne ha fatta negli anni Emanuele Pisano, dai primi cortometraggi fatti in casa quando era ancora un liceale, divertissement che lui definisce "molto sentimentali e drammatici", puri "esercizi di pancia" e dai tempi delle lezioni universitarie che lo hanno introdotto alla conoscenza della teoria e della tecnica del mestiere. Poi, iniziando a girare i festival e le rassegne cinematografiche, in Italia e all'estero, è arrivato il momento dell'arricchimento grazie al confronto con chi faceva film come lui e con altre visioni e registri narrativi. 

L’oro di famiglia (2020), il corto candidato ai David di Donatello, nominato nella sezione dedicata ai migliori cortometraggi nell’edizione 2021, con i suoi 14 minuti, porta sul grande schermo una riflessione sul valore del passato e del ricordo e sull'importanza che la fotografia ha nella nostra vita. Diretto, co-scritto e coprodotto da Emanuele Pisano, racconta di un giovane ladruncolo e di una rapina andata male. In mezzo alla scarsa refurtiva, il ragazzo trova un oggetto che cattura la sua attenzione: "non oro, non argento e non antichi cimeli, ma qualcosa di molto più prezioso che vale la pena restituire": un vecchio album di fotografie. 

L'esigenza era quella di raccontare un legame imprescindibile che ci attanaglia tutti: quello con la nostra famiglia d'origine. L'idea è nata perché volevo fare qualcosa di mio, che andasse al di là degli schemi e delle regole imposti da una rete televisiva o da un cantante o da un qualsivoglia datore di lavoro. Volevo essere me stesso al cento per cento.

E per il futuro? Cosa ha in mente Pisano? Sicuramente continuare nella direzione intrapresa con L'oro di famiglia, cercando una mediazione tra una produzione personale, che piaccia ed emozioni l'autore, e il gusto del pubblico a cui comunque va sempre strizzato l'occhio.

Emanuele Pisano

Nato a Scordia (Catani) nel 1988, si trasferisce a Roma e si laurea nel 2009 al DAMS di Roma Tre. Raggiunge la notorietà nel circuito dei cortometraggi nel 2009 con Rec Stop & Play, che ottiene diversi riconoscimenti, fra cui il premio come miglior corto al Taormina Film Fest. È regista di molti videoclip musicali (Ultimo, Briga, Mostro, Lowlow e Gianluca Grignani). Tra il 2018 e il 2020 dirige la seconda e la terza stagione della serie Sara e Marti per Disney Channel, e la terza stagione di Jams e lo speciale Jams #unitipiùchemai per la Rai. Ha inoltre curato la regia di Sara e Marti – Il film. Nel 2020 è in distribuzione il suo nuovo cortometraggio L’Oro di Famiglia.

Insieme ai due produttori calabresi Francesco Garritano e Angelo Benvenuto vince un bando della Calabria Film Commission per la realizzazione di un cortometraggio interamente girato in Calabria, sulla Riviera dei Cedri, fondando la società Gradiva Film, la cui linea editoriale punta a innovare e migliorare quelle che sono le attuali dinamiche produttive e visive del nuovo cinema italiano. I tre collaboratori finanziano e producono The Sanctuary, documentario che parla di un santuario degli animali, con le musiche di Paolo Buonvino.