Rai Cultura

"Hotel Sarajevo", di Barbara Cupisti

In onda il 29 maggio su Rai Uno

La guerra è arrivata a Sarajevo di lunedì. Era il 6 aprile del 1992. Tutti dicevano che la guerra non ci sarebbe stata. E se anche ci fosse stata non sarebbe mai arrivata a Sarajevo
Zoran Herceg

Da un'idea dello scrittore Andrea Di Consoli, per la regia di Barbara Cupisti, il film documentario Hotel Sarajevo, prodotto da Clipper Media e Luce Cinecittà con Rai Cinema, sarà trasmesso da Rai Uno in seconda serata il prossimo 29 maggio, in occasione del 30° anniversario della guerra in Bosnia-Erzegovina

Era il 1992 quando scoppia nei Balcani la guerra. La città di Sarajevo subisce un lungo e terribile assedio, uno dei più lunghi della storia contemporanea, nel quale persero la vita circa 12mila persone. Il documentario racconta queste vicende affidandone la narrazione a tre protagonisti, rappresentanti di tre diverse generazioni: Boba, fixer di guerra, Zoran che a quei tempi era un ragazzino di tredici anni, e Belmina che invece non era ancora nata. I tre mettono a confronto i propri ricordi di quel trauma subito, nel tentativo di superarlo attraverso il racconto stesso. Un percorso terapeutico che riesce a curare le ferite causate da un avvenimento che ha sconvolto il cuore dell’Europa e ha stravolto per sempre la vita di comunità che fino a quel momento avevano saputo convivere pacificamente, che si ritrovarono coinvolte, alternativamente vittime e carnefici, in crimini spietati. 
Un luogo simbolo, l'hotel Holiday Inn di Sarajevo, dove durante la guerra risiedevano molti corrispondenti occidentali, fa da trait d'union tra le tre storie.

I protagonisti:

Zoran Herceg, artista, scrittore e fumettista, durante la guerra era un ragazzo, diventerà un profugo che dovrà riflettere sul suo essere jugoslavo e ancora vivo. Boba Lizdek, fixer di guerra, all’epoca ventiseienne. Gli occhi e le orecchie dei reporter stranieri, un indispensabile ponte di comunicazione tra quello che accadeva sul terreno degli scontri e la stampa occidentale che doveva raccontarli.

Entrambi ripercorrono la propria memoria per il trentennale dell’assedio di Sarajevo: Boba attraverso la sua mostra sull’Holiday Inn al Museo Storico di Sarajevo e l’impegno nell’Hotel History Foundation, con lo scopo di ricostruire la memoria storica degli hotel di guerra in varie parti del mondo; Zoran attraverso la ricerca per il suo fumetto.

All’Holiday Inn nasce anche la sua storia d’amore tra Boba e il cronista francese Paul Marchand. Zoran e Boba incontrano, sempre all’Holiday Inn, la giovane executive manager Belmina Bajrović, che negli anni '90 non era ancora nata. Ai racconti dei tre protagonisti del documentario si intrecciano quelli di altri personaggi: da Nihad Kresevljakovic, direttore dell’International Theater Festival MESS e suo fratello Sead, a Nedim Alikadic, del documentario Ti ricordi di Sarajevo? E ancora: Bakira Hasesic, una delle venticinquemila donne violentate tra il 1992 e il 1995 che nel 2003 ha fondato l’associazione Zenezrtve Rata (Donne vittime della guerra), Bekir Halilović e Valentina Gagić Lazić di Adopt Srebrenica.

Bekir ha perso il padre durante il genocidio. Il suo trauma li contiene tutti: una generazione senza padri in cerca di un’identità. Insieme sperano di cambiare le cose, cercando di ridare vita a Srebrenica attraverso l’arte e il recupero della memoria.