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Spazio Antonioni: apre a Ferrara un museo dedicato al grande regista

A Corso Porta Mare 5

01-Giu-2024 > 01-Giu-2024
Dal primo giugno 2024 apre a Ferrara nelle sale del rinascimentale Palazzo Massari (Corso Porta Mare, 5) lo Spazio Antonioni, un nuovo museo dedicato all'opera e alla vita di uno dei padri della cinematografia moderna: Michelangelo Antonioni (Ferrara, 29 settembre 1912 - Roma, 30 luglio 2007).

Il progetto, a cura di Dominique Païni già direttore della Cinémathèque Française, è stato sviluppato dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara e dalla Fondazione Ferrara Arte.

L’idea portante è quella di creare un museo vivo, un luogo di formazione e di scoperta, dove esplorare le preziose testimonianze del lavoro di Antonioni e approfondire i molteplici nessi con l’opera di artisti, registi, intellettuali che l’hanno ispirato o che continuano a trarre nutrimento dal maestro

Nei saloni dell’ex Padiglione d’Arte Contemporanea di Palazzo Massari è esposta una selezione dell'Archivio Antonioni che il regista e sua moglie Enrica Antonioni hanno affidato al Comune di Ferrara. Costituito da oltre 47.000 pezzi, tra oggetti e documenti, il fondo è una testimonianza unica dell’orizzonte estetico ed intellettuale del regista, un lasciapassare che permette di addentrarsi nel suo cinema e, più in generale, in tutta la sua attività, anche quella critica, letteraria e artistica: film, manifesti, sceneggiature originali, fotografie di scena, disegni e dipinti di Antonioni, i suoi libri e i suoi dischi, i premi e l’epistolario intrattenuto con i maggiori protagonisti della vita culturale del secolo scorso (da Roland Barthes a Umberto Eco, da Federico Fellini ad Andrej Tarkovskij). Non mancano alcuni dei suoi oggetti più personali: il violino, la racchetta da tennis, oltre ai libri e alle riviste che raccontano gli interessi giovanili coltivati in compagnia degli amici Giorgio Bassani e Lanfranco Caretti, disegni e cartoline che ritraggono dive e attori hollywoodiani.

Il prezioso patrimonio è arricchito dalla visione delle sequenze dei film del regista ferrarese, affiancate ad opere visive che le hanno ispirate, a partire dal lavoro di artisti come Giorgio Morandi, Filippo de PisisAlberto Burri.

Il percorso museale si sviluppa cronologicamente per ripercorrere tutte le stagioni del cinema di Antonioni: dagli esordi nell’ambito del neorealismo, al superamento di questa stagione con i film interpretati da Lucia Bosè, fino alla “trilogia della modernità” legata a Monica Vitti (L’avventura, L’eclisse, La notte). Si prosegue con l’avvento del colore ne Il deserto rosso, e il ciclo “la conquista del West” con le pellicole angloamericane testimoni dell’esplosione della cultura pop e hippy: Blow Up, Zabriskie Point, e l’evasione africana in Professione: reporter, per concludere con “il ritorno in Italia” e le opere che recuperano il legame con le radici.

Un capitolo a parte è riservato alla produzione pittorica del regista e agli spettacolari paesaggi onirici delle Montagne incantate. Infine, un ampio spazio polivalente è dedicato a rassegne, incontri, esposizioni dossier, nello spirito del dialogo tra le arti.

Al piano terra dell'edificio cinque setti espositivi monolitici scandiscono i capitoli del racconto per culminare nelle salette immersive dedicate alle pellicole di Antonioni. 

Il progetto ha il sostegno di un comitato d’onore cui hanno aderito, tra gli altri, il regista Wim Wenders, l'attrice Sophie Marceau, il produttore cinematografico Gian Luca Farinelli e il critico Thierry Frémaux.

Antonioni è uno dei più grandi artisti del XX secolo, un poeta del nostro mondo che cambia, un pittore del labirinto delle nostre emozioni, un architetto della nostra ambigua realtà
Martin Scorsese

In copertina: Michelangelo Antonioni sul set di Blow Up