Rai Cultura
Beautiful boy del 2018 dall'omonimo libro di David Sheff
1 / 21
Cocoon del 1985 dal libro omonimo di David Saperstein
2 / 21
Eye wide shut del 1999, da "Doppio sogno" di Arthur Schnitzler
3 / 21
Fight club del 1999 dall'omonimo libro di Chuch Palahniuk
4 / 21
Il diavolo veste Prada del 2006 dal libro "The devil wears Prada" di Lauren Weisberger
5 / 21
Il giardino delle vergini suicide del 1999 dal libro "The virgin suicides" di Jeffrey Eugenides
6 / 21
Il nome della rosa del 1986 dall'omonimo libro di Umberto Eco
7 / 21
Il padrino del 1972 dal libro "The Godfather" di Mario Puzo
8 / 21
La leggenda del pianista sull'oceano del 1998 dal libro "Novecento" di Alessandro Barricco
9 / 21
Il signore degli anelli del 2001 dal libro "The lord of the rings" di J.R.R. Tolkien
10 / 21
Il silenzio degli innocenti del 1991 tratto dal libro "The silence of the lambs" di Thomas Harris
11 / 21
Le ore del 2002 dal libro "The Hours" di Michael Cunningham
12 / 21
Lo squalo del 1975 dal libro "Jaws" di Peter Benchley
13 / 21
Lolita del 1962 dall'omonimo libro di Vladimir Nabokov
14 / 21
Piccole donne del 1949 tratto da "Little women" di Louis M. Alcott
15 / 21
Romanzo criminale del 2005 dal libro omonimo di Giancarlo De Cataldo
16 / 21
Trainspotting del 1996 dall'omonimo libro di Irvine Welsh
17 / 21
West side story del 1962 liberamente tratto da Romeo e Giulietta di William Shakespeare
18 / 21
La ciociara del 1960 dall'omonimo libro di Alberto Moravia
19 / 21
Il Casanova del 1976 da "Histoire de ma vie" di Giacomo Casanova
20 / 21
Qualcuno volò sul nido del cuculo del 1976 dal libro "One flew over the cuckoo's nest" di Ken Kesey
21 / 21

Libri e film: una storia d'amore

Dalla carta alla pellicola

Quando i libri sono così buoni da diventare film. O quando, pur non essendo eccezionali, forniscono un ottimo spunto per una sceneggiatura. Quando i film fanno dimenticare l’opera da cui sono tratti o quando - viceversa - sono i libri a svettare. In ognuno di questi casi la letteratura corteggia il cinema e il cinema si fa corteggiare. Non sempre il risultato è eccellente ma per l’effetto quasi magico del gioco di rimandi, un film tratto da un libro è un'opera di cui si parla. L’equilibrio qualitativo tra l’opera originaria e il film è stato centrato tante volte nella storia del cinema. Lungi dal voler fare un elenco di titoli di successo, qualche esempio è necessario.

Da un grande classico della letteratura italiana, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, testo dal quale è scaturita la celebre frase “cambiare tutto per non cambiare nulla”, Luchino Visconti ha ricavato un film sontuoso. Il regista, celebre per l’amore dei dettagli e la cura minuziosa delle ambientazioni, ricrea una scenografia il più possibile fedele alla sceneggiatura. Il Gattopardo è un film sfolgorante, con un cast magnifico. Anche se il significato del libro e del film sono cosa ben lontana dalla bellezza e dallo sfarzo: il disfacimento e la morte, il senso della fine di ogni cosa. Ciò malgrado, quel che resta nella memoria sono Burt Lancaster - Principe di Salina, Alain Delon - il nipote Manfredi e Claudia Cardinale - Angelica, nella scena della festa. La morte può aspettare, nascosta tra le gonne inamidate e fruscianti del ballo. Matrimonio riuscito.

Voliamo in America per citare il film Le Ore, tratto dal libro The Hours di Michael Cunningham. Il film indaga, come il libro, nella psiche e nella sensibilità di tre donne apparentemente diverse. Ma tutte ugualmente legate tra loro, malgrado le differenze spazio-temporali, dalla scrittrice Virginia Woolf, una delle tre protagoniste. Un film femminile, intimo, parlato, fatto di solitudini, sofferenza interiore ed esteriore, come il libro. Il cast è composto da Meryl Streep, Nicole Kidman e Julianne Moore. Con quest’opera l’autore del libro, Cunningham, ha vinto il premio Pulitzer, con il film, Nicole Kidman ha vinto l’Oscar come migliore attrice protagonista. Restano l’abbandono, un sussurro, un soffio di costante insoddisfazione, figli non amati, donne e solo e sempre donne, sole. Gli uomini restano sullo sfondo. Matrimonio d’amore.

Due esempi sufficienti a spiegare cosa possa rappresentare la letteratura nel cinema, sempre abbastanza autonomo da produrre film di grande qualità senza passare dalla libreria. E’ solo una delle innumerevoli possibilità che ha.