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Domenico Fazio. Vanini e Spinoza

La concezione della natura

Domenico Fazio, ordinario di Storia della Filosofia e Prorettore Vicario dell'Università del Salento, intervistato a Napoli, presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici in occasione delle celebrazioni del 399esimo anniversario del rogo di Tolosa in cui trovò la morte Giulio Cesare Vanini (Taurisano, Lecce, 1585 - Tolosa 1619) accusato di empietà dall'Inquisizione, parla della concezione vaniniana della natura, confrontandola con la concezione del Deus sive Natura di Baruch Spinoza (Amsterdam 1632 - L'Aia 1677).
La seconda opera di Vanini si intitola I meravigliosi segreti della natura regina e dea dei mortali, titolo che potrebbe far pensare ad un Vanini panteista come Spinoza. In effetti molti hanno accomunato il pensiero di Vanini a quello di Spinoza, ma in realtà le due filosofie sono molto diverse, perché mentre

la filosofia di Spinoza è panteista, la filosofia di Vanini è ateistica: il concetto di Dio è un concetto in sé contraddittorio, gli attributi di Dio sono attributi contraddittori. Se esiste Dio, si chiedeva Vanini, da dove deriva il male? 

Domenico M. Fazio (Bari 1957), Professore Ordinario di Storia della Filosofia presso l'Università del Salento, è Presidente del Centro interdipartimentale di ricerca su Arthur Schopenhauer e la sua scuola dell'Università del Salento, direttore della collana "Schopenhaueriana", Presidente della Sezione italiana della Schopenhauer-Gesellschaft e membro del Consiglio Scientifico della Schopenhauer-Gesellschaft di Francoforte sul Meno. Per questa collana ha curato tra l'altro l'edizione italiana del carteggio di Schopenhauer con i discepoli ("Schopenhaueriana" 12 - 2018).