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Massimiliano Fuksas: architettura e sacralità (4 di 8)

Dal simbolo all'immagine

Da dove viene l'ispirazione? Perché l'uomo ha bisogno di esprimersi artisticamente? Che cos'è la bellezza? A questi interrogativi cerca di rispondere l’architetto Massimiliano Fuksas, che, quotidianamente, nel proprio lavoro, utilizza i meccanismi creativi.
L'intervista è divisa in otto unità, ciascuna della quali si concentra su un aspetto peculiare dell'esperienza creativa. La quarta è dedicata alla progressiva perdita di sacralità e di simbolismo in architettura. 
Fuksas ritiene che l’elemento simbolico nell’architettura sia venuto meno già alla fine del Seicento, quando la cupola, che rappresentava la sfera celeste, diventa una semplice copertura: di un grande magazzino, di una banca, di una borsa finanziaria. 

La forma non ha più un valore dal punto di vista simbolico, ma diventa autonoma, diventa l’immagine. L’immagine vince sul simbolo, noi siamo una società d’immagine
Massimiliano Fuksas

Anche l’occhio più avvezzo alla fruizione estetica dell’architettura ha perso la capacità di leggere simbolicamente certe opere che, pure, quel valore lo ripropongono. C’è bisogno di una spiegazione, di un'intermediazione, che fa perdere rilievo paradigmatico all’opera, trasformandola in oggetto forte.

Questo servizio è stato realizzato da RAI Cultura nel 2013