Il tuo browser non supporta video HTML5
Massimo Cacciari. Fine dell`arte
La perdita del valore cultuale dell'opera
Massimo Cacciari espone i punti fondamentali della lezione magistrale La fine dell'arte, tenuta al Festival della Filosofia di Modena 201 - Le forme del creare.
L'idea della morte dell’arte, attribuita a Hegel, è stata equivocata in infiniti modi. Hegel, in realtà, non parla mai propriamente di fine dell’arte, ma dell’ingresso in un’epoca in cui la rappresentazione artistica si fa così pregna di elementi concettuali da perdere ogni immediatezza, che era propria della tradizionale idea del bello, idea che invece si complica. L’interesse per la rappresentazione artistica è carico di elementi intellettuali e l’arte così intellettualizzata perde il suo valore cultuale (di culto), diventando un fatto privato, legato alla soggettività dell’artista.
La fine dell’arte deve essere intesa solo come fine della rappresentazione artistica tradizionale e nascita di una nuova rappresentazione artistica, nella quale il primato è assunto dal concetto. La nostra epoca pertanto è segnata non dall’arte, ma dalla rappresentazione intellettuale e il primato è diventato quello del sapere, filosofico e scientifico, primato che viene riconosciuto dall’arte stessa
La fine dell’arte è l’idea della fine sia di ogni astratta autonomia del fare artistico, sia della pretesa del primato dell’arte, rispetto alla filosofia, che i romantici pretendevano.
L’arte continuerà a vivere in eterno come “arte pensante”, che deve dare a pensare il nuovo, come si vede nei grandi gesti avanguardistici dell’arte contemporanea, che è tutta una risposta alla sfida di Hegel.
Massimo Cacciari è professore emerito di Estetica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Ha rivolto la sua attenzione alla crisi dell’idealismo tedesco e dei sistemi dialettici, valorizzando la critica della metafisica occidentale propria di Nietzsche e di Heidegger e seguendo la genealogia del pensiero nichilistico nei classici della mistica tardo-antica, medievale e moderna. Tra le sue opere recenti: Della cosa ultima (Milano 2004); Dallo Steinhof. Prospettive viennesi del primo Novecento (Milano 2005); Tre icone (Milano 2007); La città (Rimini 2009); Hamletica (Milano 2009); Il dolore dell’altro. Una lettura dell’Ecuba di Euripide e del Libro di Giobbe (Caserta 2010); Io sono il Signore Dio tuo (con P. Coda, Bologna 2010); Ama il prossimo tuo (con E. Bianchi, Bologna 2011); Doppio ritratto. San Francesco in Dante e Giotto (Milano 2012); Il potere che frena (Milano 2013); Labirinto filosofico (Milano 2014); Filologia e filosofia (Bologna 2015); Re Lear. Padri, figli, eredi (Caserta 2015); Occidente senza utopie (con P. Prodi, Bologna 2016); Generare Dio (Bologna 2017).