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Massimo Carboni. L'estetica contemporanea
La cosa e l'opera
Massimo Carboni, intervistato al Festival della Filosofia di Modena del 2017 - Le forme del creare, parla dell'estetica contemporanea. Cita Benedetto Croce, Walter Benjamin, che considera fondamentale per comprendere l'arte mediale e Martin Heidegger, che non è stato un costruttore di un'estetica filosofica, ma che nel saggio L'origine dell'opera d'arte, distingue tra cosa e opera, tra la cosalità della cosa e l'opera d'arte.
Più di vent'anni prima Marcel Duchamp aveva fatto di una cosa un'opera d'arte, dimostrando che l'estetica heidegeriana era già in quel momento superata e che non è più possibile la distinzione tra cosa e opera.
Massimo Carboni insegna Estetica presso l’Università della Tuscia di Viterbo e l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Storico e critico dell’arte e teorico dell’estetica, si è occupato di questioni filosofiche che intersecano la pluralità delle espressioni artistiche, lo statuto delle tecniche e la radice antropologica dell’espressione. Tra i suoi libri recenti: L’occhio e la pagina. Tra immagine e parola (Milano 2002); Lo stato dell’arte. L’esperienza estetica nell’èra della tecnica (con P. Montani, Roma-Bari 2005); La mosca di Dreyer. L’opera della contingenza nelle arti (Milano 2007); Di più di tutto. Figure dell’eccesso (Roma 2009); Le arti e la tecnica: gli scenari futuri, in Terzo Millennio(Enciclopedia Italiana Treccani, 2010).